Il Perugia e la meritata serie B

Mercoledì, 21 Maggio 2014,
Il Grifo raggiunge la Serie B. E festa sia! Sì, perché erano nove anni che il Perugia era fuori dai gironi che contano. Anni passati nell’ombra, un percorso tutto in salita. Un lungo cammino pieno di sacrifici, sudore, ma anche delusioni, da cui però ne è scaturita il 4 maggio una meritata promozione nella serie cadetta. L’ultimo round era contro il Frosinone, uno scontro diretto che ha fatto rimanere con il fiato sospeso gli oltre 22.000 aspettatori che si sono recati allo stadio R. Curi, per non parlare di un’intera città anch’essa in trepidazione di conoscere il risultato. Questa partita rappresentava la rivalsa dopo la sconfitta dell’anno scorso ai playoff contro il Pisa. Ci si giocava tutto. La società, i giocatori e la piazza ne erano pienamente consapevoli. È per questo che nel vocabolario dei giocatori del Perugia era ammessa soltanto una parola: vittoria. Alla fine la determinazione, la voglia di farcela e di suoperare l’avversario hanno avuto la meglio. Sebbene non sia mancata in campo la fatica, qualche imprecisione di troppo e una mancata palla gol sul finale. Ma ciò che contava veramente era il risultato. E il gol realizzato da Marco Moscati ha rafforzato le speranze di tutti i presenti al Curi. Il fischio di fine partita ha poi messo il sigillo su una partita storica e su un intero campionato giocato al cardiopalma e vinto sul filo di lana. La pentola a pressione, rimasta immeritatamente chiusa troppo a lungo, è così esplosa. La gioia, la contentezza e la rabbia maturati nel corso degli anni si sono trasformati in un tripudio di colori, emozioni, pianti e urla. Il popolo del Grifo si è lasciato andare a una lunga emozione manifestatasi con un un’invasione di campo. Andrea Camplone, l’allenatore del Perugia, ci tiene a ribadire che “abbiamo vinto il campionato grazie al grande lavoro dello staff, della società e dei giocatori. Il nostro impegno è stato premiato. Ho dedicato anima e corpo a questa cavalcata. Questa vittoria la voglio dedicare a mio moglie e ai miei figli che mi hano sopportato tanto in questo lungo periodo”. Dopo i festeggiemti in campo, sono partiti i caroselli per tutta la città, con strombazzate, sventolii di bandiere biancorosse e canti inneggianti il Grifo. Il tutto è poi continuato per le vie del centro, con il picco in Piazza IV Novembre insieme ai giocatori arrivati per stare in mezzo ai loro tifosi e festeggiare affianco alla gente che li ha sostenuti e supportati per tutto il campionato soprattutto nei momenti più difficili. Anche il Presidente del Perugia Msssimiliano Santopadre ha voluto rimarcare che “i tifosi sono stati importantissimi in questo cammino. Non dimenticherò mai gli applausi dopo un pareggio in casa o gli incitamenti dopo le sconfitte fuori casa”. Ma ormai il traguardo è stato raggiunto. Ora si deve pensare al futuro. E così Santopadre incalza: “Mi è stato chiesto quanti anni sarei rimasto a Perugia. A prescindere da quanto resterò in questa stupenda città, che merita davvero una grande squadra di calcio, mi sono tatuato il Grifo in un braccio così lo porterò sempre nel cuore”. Certo se queste sono le premesse, la speranza per un grande campionato in Serie B non potrà essere disattesa. “Non sono venuto qui a fare la comparsa – continua il Presidente –. Il mio obiettivo è fare campionati all’avanguardia per mantenere alto l’entusiasmo dei tifosi. Perché la piazza è la nostra arma migliore”.