Il sole d’Italia in bottiglia: l’Orvieto

Mercoledì, 09 Aprile 2014,
Fondata su una svettante “rupe di tufo”, che si innalza nella porzione sud-occidentale dell’Umbria, Orvieto è il luogo dove nasce e viene prodotto uno dei vini più importanti e ricchi di storia d’Italia: “l’Orvieto”. Un vino le cui qualità e notorietà erano già note nel 1500 quando il pittore Luca Signorelli, incaricato di realizzare gli affreschi dell’imponente Duomo, appone una particolare clausula nel contratto stipulato con la committenza: … “che gli si desse di quel vino orvietano quanto ne volesse”… (Papa Urbano IV – 1290) ed anche in epoca moderna il poeta Gabriele D’Annunzio lo definì: “sole d’Italia in bottiglia”, per decantarne il carattere caldo ed avvolgente. Oggi, l’ “Orvieto” è un vino a Denominazione di Origine Controllata (D.O.C. - 1971/2010), che comprende anche la sottozona “Orvieto classico” (la più antica), prodotto nei Comuni di Allerona, Alviano, Baschi, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Guardea, Montecchio, Montegabbione, Monteleone d’Orvieto, Orvieto, Porano (tutti in Prov. di Terni) e nei Comuni di Bagnoregio, Castiglione in Teverina, Civitella d’Agliano, Graffignano, Lubriano (tutti in Prov. di Viterbo). Il vino nasce dalla vinificazione in acciaio e/o legno delle uve: Trebbiano Toscano o procanico (40-60%), Verdello (15-20%), Grechetto, Canaiolo Bianco e Malvasia Toscana (max 20%) per la differenza; poi, sono ammesse altre uve autorizzate e/o raccomandate quali: Sauvignon, Traminer, Riesling, Chardonnay. Viene prodotto nelle tipologie: secco, abboccato, amabile, dolce, superiore (attribuita al vino che ha una gradazione alcolica l’un percento più elevata rispetto a quella minima prevista dal disciplinare della D.O.C. di 12% vol) e vendemmia tardiva/muffa nobile (esclusivamente per il vino denominato con la qualificazione “superiore”). É affinato in piccoli caratelli “barrique” per almeno  4/8 mesi. I vigneti, immersi generalmente in un clima mite, ventilato ed asciutto, sono coltivati sui terreni collinari di tipo sedimentario intorno alla “rupe”, ricchi di calcare e hanno una resa massima di 11 t/ha ed un titolo alcolometrico minimo di 11,5% vol. Particolari, poi, i vigneti coltivati sulle aree vicine al bacino artificiale del “Lago di Corbara” (nato per fini idroelettrici alla fine degli anni Sessanta sbarrando con una diga il Fiume Tevere dopo la stretta “Gola di Forello”), messi a dimora sui depositi alluvionali e sulle argille marine, dove un leggero incremento della temperatura ed una maggiore e persistente umidità comportano il particolare sviluppo della “muffa nobile” – botrytis cinerea - responsabile di quella espressività gusto-olfattiva che fa diventare il vino di Orvieto un grande vino da meditazione. Alla vista, il vino si presenta elegante, di un giallo paglierino terso e luminoso, con un ampia gamma di profumi di ottima intensità, mela annurca, kiwi, mandorla dolce, erbe aromatiche ed una decisa vena minerale. Di buon corpo in bocca, sapientemente in equilibrio tra la nota alcolica e la dosata sapidità, con un lungo e corrispondente finale leggermente burroso. Particolare è  il vino  “muffato”, dal colore giallo dorato carico e dai riflessi ambrati e dai profumi di grande avvolgenza ed intensità, che si aprono a sentori di cedro candito, scorza di arancio e mandarino, zucchero a velo e miele, note iodate, a cui corrisponde in bocca una grande dolcezza d’ingresso, per poi lasciar subentrare, appena dopo, piccole sfumature di lieve sapidità, che ne sostengono il lunghissimo finale e lo arricchiscono armonizzando la dolcezza. Il vino di “Orvieto” si abbina perfettamente a piatti a base di pesce, ma anche a stringozzi (ciriole ad Orvieto), pomodori ripieni alla umbra, trota alle mandorle, lumache e formaggi freschi, nella tipologia “secco”; ad antipasti di fegato grasso, formaggi erborinati e di capra, nonché piccanti ed alla pasticceria secca, nella tipologia “vendemmia tardiva/muffato”.