I “Dottori” del Trasimeno

Lunedì, 27 Gennaio 2014,
Arte,
Della pittura murale di Dottori, sacra e profana, è disseminato tutto il territorio umbro e molti esempi sono concentrati intorno al bacino del Trasimeno e dovuti probabilmente al suo peregrinare intorno al lago per realizzare le tante aeropitture lacustri. Gerardo Dottori nella autobiografia scritta per la monografia pubblicata nel 1970 da Editalia parlava della sua attività di “muralista” ammettendo che tale attività gli consentì di sopravvivere nei sofferti anni dell’Accademia: “Frequentandola, l’Accademia mi dette dopo qualche tempo un risultato pratico; i riquadratori di stanze mi chiamavano perché ornassi con fiorellini, vedutine, motivetti “Liberty”, allora in voga, qualche spazio nelle loro riquadrature e mi pagavano con una ed anche due lire per stanza”. Questi lavoretti li eseguivo a tempera. Imparai così a conoscere questa tecnica che divenne poi la mia preferita”. In realtà poi l’artista non smise mai di dipingere pareti e soffitti, neanche quando divenne famoso. Il Dottori muralista accontentava i suoi committenti utilizzando un linguaggio pittorico chiaro e leggibile, anche se non mancarono episodi di ambientazioni futuriste e aeropittoriche, basta ricordare la decorazione del ristorante “Altro Mondo” di Perugia del 1923, poi completamente cancellata. Nella maggior parte dei casi per i committenti pubblici rappresentava borghi e rievocazioni storiche, accontentava i parroci delle pievi di campagna con narrazioni sacre vicine all’iconografia tradizionale e i possidenti di residenze di campagna con scene agresti e di caccia. L’artista perugino eseguì interventi significativi a Magione, nelle chiese parrocchiali di Montecolognola e Montesperello, di Passignano sul Trasimeno e Tuoro.  Tra il 1948 e ’49 Dottori dopo aver terminato un vasto ciclo di tempere nella parrocchiale di Magione, fu incaricato dalla Giunta Comunale di decorare la Sala del Consiglio. Queste pitture corrono lungo tutto il perimetro superiore delle pareti e rappresentano tredici vedute di località facenti parte della giurisdizione comunale di Magione (Magione, Agello, Montecolognola, Torricella, Monte del Lago, S. Feliciano, S. Savino, S. Arcangelo, Borgo Giglione, Caligiana, Villa Antria, Collesanto, Montesperello e Soccorso) intervallate da motivi ornamentali. Al centro di una delle pareti campeggia Magione con le sue torri antiche ma anche con le moderne ciminiere del cementificio allora pericolosamente attivo a ridosso del centro abitato.  Nella parete destra le frazioni affacciate sul lago simbolicamente evocato da attività legate alla pesca, in quella sinistra le frazioni interne e collinari caratterizzate da strumenti legati all’attività agricola e pastorizia. Dottori adottò per queste pitture luminiscenze pointelliste e non il suo consueto linguaggio aeropittorico. Decorò l’abside della chiesa di Montesperello con le fasi salienti della vita di S. Cristoforo: la Conversione del santo, S. Cristoforo che porta sulle spalle Gesù Bambino e il Martirio del Santo. Nel riquadro centrale vengono fuori dei bagliori stilizzati e motivi futuristi cari all’artista.  Nella chiesa di Montecolognola intervenne invece nella cappella dedicata a S. Lucia decorando le pareti con lunette raffiguranti scene della vita della santa. Dottori nella trattazione rimase fedele all’iconografia tradizionale anche se qua e là emergono formulazioni plastiche futuriste. La presenza attorno al lago di Gerardo Dottori è da sempre motivo di attenzione turistica ma è sempre stato difficile garantire la visita di un così ampio numero di edifici dislocati tra loro. A proposito di ciò interessante si è rivelata l’iniziativa presa dall’amministrazione comunale di Magione in collaborazione con i borghi di Montecolognola e Montesperello la scorsa estate che ha permesso a molti turisti di visitare chiese in genere chiuse al pubblico anche attraverso linee di trasporto locale gratuito specificatamente pensato per i turisti. Lo stato di abbandono in cui troppo spesso cade il nostro patrimonio artistico è uno dei tanti volti della crisi. Speriamo che quello della scorsa estate sia soltanto il primo di una serie di impegni da parte di istituzioni e privati per la valorizzazione ma anche per la salvaguardia del nostro patrimonio.