Back to school, back to values

Mercoledì, 21 Settembre 2016,
Riflettevo sulle parole di Michelle Obama mentre raccontava che oggi anche le donne possono correre per la Casa Bianca e sulle azioni coraggiose di molte altre donne.  Pensavo che le azioni coraggiose sorgono sempre sui terreni di un pensiero profondo e virtuoso. Un terreno in cui i bisogni di molti son sempre tenuti in considerazione, il benessere vien misurato in base alla sua larga distribuzione e in cui la città, i territori e i servizi evolvono partendo dal concetto di bene comune. Riflettevo anche -  e come non farlo in questi giorni in cui il seme della paura sta generando fiori amari – che noi esseri umani ancora dobbiamo fare tanta strada per riconoscere e onorare la nostra bellezza e la nostra unicità e – soprattutto – per riconoscere che tanta meraviglia prende origine dalla diversità e dalla moltitudine dei pensieri di cui siamo capaci. Ma ammettere il pensiero degli altri, attribuirgli il valore che merita, soprattutto quando sorge su rive lontane dai nostri paesaggi consueti, richiede coraggio e richiede conoscenza. Ecco perché la scuola, il progetto educativo in senso ampio, ha responsabilità oggi ancora più grande nella “formazione” di uomini e donne. In un tempo in cui le distanze “necessariamente” si incontrano, è determinante poter contare su individui che siano davvero capaci di muoversi con garbo intelligenza, rispetto ed eleganza nelle complessità. Così mi piace immaginare una scuola dove in profondità si possa conoscere, dove si possano apprendere – oltre alle competenze specifiche e necessarie alle professioni –, anche le competenze adatte a una vita di valore: come la comprensione, la capacità di dialogo, l’ascolto, la condivisione, la fiducia in sé stessi e nell’altro,  la gentilezza. Credo possiamo essere d’accordo in molti che skills come verità, pace, amore, capacità di muoversi, lavorare, incontrarsi e dialogare senza violenza (non solo nelle azioni ma nemmeno nei pensieri e nelle parole così come nelle intenzioni) debbano essere auspicate, allenate e richieste e divenire quindi parte integrante di progetti educativi innovativi. Cinzia Piloni