Land Art: il Grande Cretto di Burri

Mercoledì, 21 Settembre 2016,
Arte,
Il Grande Cretto di Gibellina è stato ultimato nel 2015 trent’anni dopo l’inizio della sua realizzazione. Il Cretto è un’opera di Alberto Burri e con la sua superficie di oltre 6000 metri quadri rappresenta una delle più estese opere di Land Art al mondo. La Land Art è una forma d’arte che trascende i limiti della pittura e della scultura classiche e supera l’ortodossia del fare arte all’interno degli spazi tradizionali delle gallerie. Nessuna galleria o museo può sostituire uno spazio aperto e le sensazioni che suscita. Nelle opere tradizionali si ha un controllo sull’oggetto, mentre in questo caso non basta una visione dall’alto o una fotografia per cogliere la portata dell’opera. È un’esperienza che va vissuta. Nella Land Art è l’oggetto, l’opera, che prende il controllo sulla persona. Il Grande Cretto è un vasto labirinto di cemento bianco che sorge sulle macerie della vecchia città distrutta dal terremoto e ne riprende l’impianto urbanistico: camminare in mezzo ai suoi solchi è calpestare le vecchie strade. Mentre ci si perde all’interno di vicoli tagliati nel cemento, il passato per quanto doloroso riemerge e non può essere ignorato, ma va rispettato e onorato.  Burri ha voluto trasformare delle macerie, ricordo di un terremoto, in uno spazio candido, che evoca il labirinto dei nostri pensieri quando ci perdiamo nei ricordi. Questa è la forza di questa corrente artistica: mantenersi al di fuori delle logiche del mercato dell’arte, occupare vasti territori, resistere nel tempo e suscitare emozioni sempre diverse in chiunque si trovi in sua presenza.  Nel gennaio del ‘68 un terremoto sconvolse la valle del Belice provocò 1.150 vittime, 98.000 senzatetto e sei paesi vennero distrutti tra questi anche il centro storico di Gibellina. Ludovico Corrao allora sindaco di Gibellina lanciò un appello affinché parallelamente al progetto di ricostruzione della città anche gli artisti contribuissero a ridisegnare il territorio urbano inserendo nella nuova città monumenti e teatri: perché la ricostruzione del paese fosse anche una rinascita culturale. Lo spazio del Cretto e il Baglio di Stefano ospitano nel periodo che va da luglio a settembre le Orestiadi un festival internazionale con manifestazioni teatrali concerti e mostre, ideato anch’esso da Corrao.  Alberto Burri fu tra gli artisti che decisero di lasciare un segno sulla pianura del Belice. I lavori, avviati nel 1985 e interrotti nel 1989, sono stati ultimati per il centenario della nascita di Burri, con il contributo della Regione Sicilia, del Comune di Gibellina e della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello. Una seconda fase dei lavori prevede l’allestimento di un presidio permanente nei pressi del sito e il restauro completo dell’opera.  Recentemente si è tenuta presso il Museo Riso di Palermo la mostra “Burri e i Cretti”, nel catalogo il curatore Bruno Corà afferma: «Lo spazio del Cretto obbliga lo sguardo a percorrere le sue fratture come il viandante dentro le vie di una città abbandonata; ha la labirintica struttura della cerebralità e del pensiero che non può approdare. Il Grande Cretto evoca tanto la catastrofe avvenuta quanto l'inestinguibilità della memoria che, pur velando ogni cosa, la evidenzia. Davanti al Grande Cretto di Gibellina si comprende che la forma è una cosa vera, che lo spazio è un pensiero diversamente replicabile e aperto e che l'arte ha il potere di dare senso alle cose, con il più eloquente dei silenzi». Paola Faillace