• L’altra faccia del terremoto

    Mercoledì, 21 Settembre 2016,
    Alcuni amici provengono in auto dal Piemonte. Nel tardo pomeriggio, anche perché stanchi, decidono di trascorrere la notte in un agriturismo umbro precisamente ad Acqua S. Stefano, nel comune di Foligno. La destinazione è Amatrice, l’Hotel Roma, la notte è il 24 Agosto, quella del terribile terremoto. Evitato, forse insieme alla morte, perché stanchi di guidare. Poiché avevano già prenotato, il loro nome non figurava né tra i vivi, né tra i morti del sisma. Tutta la notte sono stati a telefonare ai loro parenti per rassicurarli di essere sopravvissuti solo per un “felice” contrattempo. È questo un episodio controcorrente – certo alimentato da una grande fortuna – del terremoto al confine laziale-umbro-marchigiano. In un momento di  immane dolore e di morte sparsa ovunque, abbiamo registrato alcuni episodi di vita e di speranza pur tra la tragedia e i danni del sisma. Intanto le vite salvate. Sono 215. Salvataggi operati essenzialmente dai Vigili del Fuoco, che hanno scavato anche con le mani sotto le macerie, in una affannosa corsa contro il tempo. E anche da tanti giovani. Tante storie a lieto fine da portare sempre nel cuore, non solo dei salvati e dei salvatori, ma di tutti. Giovanni, autotrasportatore, rimasto sotto due metri di detriti per dodici ore, poi sono arrivati gli “angeli” salvatori. C’è Alexandra Filotei, attrice, che non se la sentiva proprio di morire nel buio pesto, annusando l’odore del gas. Ha strillato finché poteva, ed è stata liberata. Luca si è liberato da solo scavando con le proprie mani, e scavando ancora ha estratto i suoi parenti. Giorgia e Giulia hanno emozionato il mondo. “She’s alive” fa sapere all’America la Cnn parlando dell’incredibile salvataggio di Giorgia, 4 anni, dopo 17 ore di sepoltura sotto le macerie della sua casa a Pescara del Tronto, tra le braccia di un pompiere che tocca il cuore di tutti gli italiani, con il suo nome che è un presagio: Angelo. L’ha trovata tra le braccia della sorella Giulia, 9 anni, morta, forse per proteggerla da brava sorella maggiore. Commuovono le immagini di altri bambini: Leo e Samuele, 4  e 6 anni, salvati da nonna Vitaliana sotto il letto, capaci di guidare i soccorsi con le loro vocine e di scavare con le loro  manine. Poi c’è lo straordinario coraggio di Elisabetta, 6 anni, che si è gettata dalla finestra tra le braccia del papà, scampando ai crolli. E che dire di Luigi, cieco, abituato al buio che ha salvato la moglie Ernestina cercata e trovata nell’oscurità dei detriti della loro casa. In questo caso la cecità come dono, la disgrazia come luce in cui il buio è la sua vita e la notte del terremoto è stata la salvezza sua e di Ernestina. Uno sguardo anche a chi facendosi  “angelo” come il pompiere  Angelo di nome di fatto, si è adoperato per sconfiggere il male sismico. Ci sono quei 16 frati del convento di Rotella (Ascoli Piceno), che con l’energia dei loro anni giovanili, sono veri “angeli” con i sandali, in giro sui luoghi del terremoto, punto di riferimento di tanti persone rimaste senza nulla, accanto a famiglie che hanno perso figli, genitori, nonni. Questi francescani che sono anche muratori (hanno ristrutturato recentemente con le proprie mani il convento ove vivono e che ha resistito al sisma) hanno offerto prestazioni edili, mettendo le mani tra muri crollati e macerie polverose. A tutti gesti e messaggi di vita. Senza saperlo è quanto hanno dato i cani ai terremotati, al fianco dei loro accompagnatori: Soccorso Alpino, Guardia di Finanza, Carabinieri, Protezione Civile. 60 vite salvate e 50 corpi ritrovati in cambio di un pezzetto di wurstel o una pallina. Tanto poco per così tanto.
    Mario Timio

    Direttore Responsabile
    Arte, Lifestyle, Eventi.