Andrea Galanti, il sommelier italiano numero 1!

Giovedì, 12 Maggio 2016,
Classe 1984, fiorentino di nascita e di spirito, Andrea Galanti, dottore in economia, è stato insignito nel novembre 2015 del più alto e prestigioso titolo nazionale di campione italiano sommelier Ais (Associazione Italiana Sommelier). La sua carriera si accende nel 2011, quando ha conseguito il titolo di Sommelier Professionista Ais nell’ambito del quale ha ottenuto diversi successi e riconoscimenti che lo hanno spinto a consacrarsi come uno dei Sommelier italiani più stimati. Nell’ultimo anno, una sequenza di successi di alta caratura, quali il Master Sangiovese, il titolo di miglior sommelier della regione Toscana seguito dalla vittoria del Master Soave, lo hanno condotto ha competere e vincere il titolo italiano Ais. La sua passione nasce pertanto da diversi anni, coltivata nella Gastronomia Enoteca di famiglia in Piazza della Libertà, dove, a 2 passi dal gremito e iperturistico centro storico di Firenze, si assapora ancora quell’educata e genuina fiorentinità che in cucina e nei vini trova uno dei suoi più amati riconoscimenti internazionali. Andrea Galanti, quali credi siano stati gli ingredienti per la conquista del titolo e cosa in questi anni ha più contribuito per raggiungere la vetta?  “Studio e passione i fattori che mi hanno costantemente accompagnato negli anni della formazione e dei primi riconoscimenti, senz’altro determinanti in ogni competizione. Allenamenti continui, partecipando a degustazioni nel territorio nazionale, su tutti il Vinitaly di Verona, che offrono possibilità concrete di sperimentazioni e sensibilizzazioni a molte tematiche. Approfondire gli studi sui territori e i produttori, disciplinari di produzione, sono alcuni dei passi doverosi che quotidianamente compio, perché la professione implica un aggiornamento costante.” In quali attività sei stato maggiormente concentrato in quest’anno da miglior sommelier d’Italia e quali prevedi siano le tue future sfide? “Dopo i successi mi sono dedicato a ciò che più amo di questo mio lavoro: la comunicazione. Ho avuto la possibilità di prender parte a molte degustazioni guidate con focus su specifici territori (Franciacorta e Soave di recente), e di tenere anche alcune lezioni con Ais presso le varie delegazioni. Spero di continuare su questi binari, perché trasmettere agli altri la mia passione è la cosa che più mi appaga, tuttavia sono sempre aperto a nuove proposte. Ora mi dedicherò a competere su concorsi internazionali ed il mondiale è un obiettivo per il quale studierò con determinazione.” Sappiamo di paesi fortemente emergenti nella produzione vinicola come la California o l’Australia, per alcuni vere minacce concorrenziali. Cosa la nostra terra e le nostre aziende possono comunque vantare e su cosa si potrebbe puntare in prospettiva per continuare a guidare l’eccellenza del mercato? “Molti sono i territori emergenti e non mi meraviglierei se ne venissero valorizzati di nuovi; tuttavia la nostra forza è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo in Italia una varietà di vitigni autoctoni infinita accompagnata da una storicità anche paesaggistica unica. Le nostre regioni rappresentano territori impareggiabili, borghi antichi e storie vitivinicole non replicabili, di cui molti produttori ne sono splendidi esempi. Dovrebbe, forse, esserci una maggiore coesione territoriale ed una pianificazione del governo e dei consorzi mirata ad una maggiore tutela dei nostri marchi all’estero seguita parallelamente da una comunicazione più incisiva volta a dimostrare la reale qualità della nostra nazione.” Malgrado il vino italiano sia apprezzato in ogni dove, assunto ormai a simbolo identitario della coscienza italiana, tuttavia ancora molti, soprattutto tra i giovani, stentano a riconoscerne la qualità. Quali consigli ti senti di dare alle associazioni affinché si possa sensibilizzare la cultura e la conoscenza del vino? “Questo aspetto lo riscontro molto anche nel cibo; non sempre esiste una corretta percezione e distinzione della reale qualità. Dovrebbe far parte del nostro patrimonio culturale e anche su questo lavorano molte manifestazioni enogastronomiche, focus specifici su denominazioni vitivinicole ed eventi simili che rappresentano il migliore canale per avvicinare le persone a comprendere la qualità di un prodotto, a partire dalla genesi ed il suo processo di lavorazione. Un ruolo fondamentale lo giocano anche le associazioni dei sommeliers, come Ais, che con immenso piacere, sta raccogliendo sempre un maggior numero di adesioni. Anch’ io presso la gastronomia enoteca di cui sono titolare organizzo eventi e degustazioni proprio con l’obiettivo di avvicinare appassionati e curiosi a scoprire come giusti abbinamenti o specifici prodotti possono essere realmente apprezzati. Un immenso in bocca al lupo per le tue prossime sfide, su tutte il titolo mondiale, e un ringraziamento per aver contribuito al successo dell’evento umbro ‘Only Wine Festival’ tenutosi dal 23 al 25 Aprile a Città di Castello (PG) di cui sei stato uno degli ospiti più attesi”.