L’opera contemporanea di un artista della creta e una raffinata collezione di marmi antichi, per una mostra che mette a dialogo l’arte classica dei reperti in pietra con la produzione di un grande scultore dei nostri tempi. È questo il cuore della mostra “Pietra plasmata”, organizzata da Raffaella Lupi della Galleria Sinopia e Barbara Mazzi Pensieroso di FraMmenti Club, che porta al pubblico una selezione di opere di Riccardo Monachesi in relazione alle pietre d’epoca della collezione privata di Carlo Mazzi: frammenti di sculture antiche, fregi intarsiati, capitelli e portali in travertino, che trovano alloggio nel Palazzo delle Pietre, sede dell’esposizione, a Roma dal 22 dicembre al 31 gennaio 2021.
La mostra espone 34 opere, che rappresentano una summa significativa degli oltre quarant’anni della prolifica attività in creta dello scultore romano; dai lavori più recenti, come la serie inedita Do ut des, ultimata quest’anno e creata durante il periodo di lockdown, alla collezione Cubi (prodotta dal 2003 al 2018) e Pneuma (degli anni 2010 e 2011), passando per le opere realizzate a quattro mani con Elisa Montessori (dal 2009 al 2013) scelte all’interno di quella stessa produzione che la Galleria Nazionale di Arte Moderna ha acquisito nel 2011 e collocato presso il Museo Boncompagni Ludovisi.
A fare da fil rouge al percorso espositivo di “Pietra plasmata” è il continuo dialogo fra le opere dell’artista e la collezione di pietre d’epoca presente nel palazzo. Le sculture di Monachesi sono accostate a cosmatesche, tarsie policrome, capitelli corinzi, oggetti che risalgono a diversi periodi, da quello romano imperiale - I secolo a.C. e III secolo d.C. - all’epoca romanica e al Rinascimento. Le opere dello scultore sono oggetti senza tempo, elementi astratti dalla grande forza espressiva e attualità ma che utilizzano forme archetipiche e tecniche antiche per rappresentare un mondo arcaico dalla dimensione misteriosa.