“Le regole del gioco”

27.05.23 , Eventi , Elisa Giglio

 

“Le regole del gioco”

Apre il 31 maggio al Museo del Novecento di Milano “Le regole del gioco” di Massimo Kaufmann, una mostra dal forte carattere interattivo e performativo che anima FORUM900.

In esposizione fino al 31 agosto quattro opere, vere e proprie scacchiere d’artista: tre di queste, realizzate in legno e con misure regolamentari (57x57 cm), sono costituite dalle consuete 64 case e da 32 scacchi dipinti con colori a olio in 96 colori differenti, la quarta, Pan, di dimensioni più ridotte, è destinata ai bambini. Nonostante il chiaro sovvertimento della prima regola degli scacchi - che qui non prevede più unicamente il bianco e il nero contrapporsi bensì un’infinita possibilità di colori - le modalità e le regole del gioco rimangono identiche e le scacchiere perfettamente fruibili: due giocatori abbastanza esperti possono confrontarsi secondo tutte le regole canoniche senza incorrere in alcun altro inconveniente che non sia la confusione percettiva generata dai colori e accentuata dal continuo spostamento dei pezzi.

A dimostrazione di ciò, le quattro scacchiere sono rese disponibili ai visitatori che, previa prenotazione, possono competere in appassionanti duelli scacchistici il martedì durante la pausa pranzo – dalle 12.30 alle 14.30 – e il giovedì prima dei talk in programma. Anche l’artista è disponibile alle sfide: una presenza che trasforma il progetto espositivo in performance.

Le scacchiere di Massimo Kaufmann sono concepite in un momento storico critico, il 2020, che non si chiuderà con lo scemare della pandemia ma proseguirà nel conflitto russo-ucraino. È dunque proprio nel tema del conflitto che le opere di Kaufmann affondano le loro radici: la “guerra”, che il gioco degli scacchi rappresenta e riproduce, si mostra sotto un aspetto differente. Ciascun pezzo della scacchiera mantiene le sue caratteristiche funzionali ma ha un’identità, data dal colore, che gli impedisce di appartenere a un preciso schieramento. Una situazione che genera confusione cognitiva e favorisce cambi di campo e di appartenenza.

La partita a scacchi diviene quindi metafora di un conflitto che vede non solo due antagonisti confrontarsi ma un’innumerevole compagine di differenti soggettività animarsi nel gioco, come a mostrare una multilateralità delle componenti in causa. Come nelle guerre reali, esistono fattori che moltiplicano i punti di vista e gli interessi in campo.

Il gioco si complica, tanto quanto il tema del conflitto si fa più chiaro, nella terza scacchiera. Realizzata in 96 tonalità di grigio, si ispira dichiaratamente a Guernica di Picasso adottandone lo stesso titolo perché contrariamente a quanto si pensa Guernica non è bianca e nera, ma dipinta in un’infinita varietà di grigi, risultato dell’aggiunta del nero ai rossi, ai blu, ai gialli, in una gamma di colori “bruciati”, come la guerra incenerisce tutto ciò che tocca.

È forse questo lavoro, nel suo tributo a quella che da molti è considerata la più importante opera del Novecento, a costituire il trait d’union tra i due grandi nuclei tematici della mostra: il conflitto, appunto, e la pittura. Per Massimo Kaufmann il gioco principale rimane la pittura, la sua stessa definizione, con le sue infinite variabili e le sue infinite possibilità di dare forma a un significato, sia esso enigmatico o polivalente, senza ignorare che qualsiasi gioco ha pur sempre le sue regole.

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