Il Surrealismo a Pisa

22.08.18 , Eventi , Elisa Giglio

 

Il Surrealismo a Pisa

“Da Magritte a Duchamp. 1929: il Grande Surrealismo dal Centre Pompidou”. È questo il titolo della mostra che si tiene a Palazzo Blu a Pisa dall’11 ottobre al 17 febbraio 2019. Si tratta di un grande evento espositivo, in occasione del decennale anniversario della Fondazione Palazzo Blu.

Per la prima volta in Italia, il Centro nazionale d’arte e di cultura Georges Pompidou di Parigi presta una serie di capolavori di cui difficilmente si priva, essendo esposti nella collezione permanente di quella che è la più importante istituzione europea dedicata all’arte del Novecento. La mostra ha il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Toscana e del Comune di Pisa.

Sono circa 90 le opere, tra capolavori pittorici, sculture, oggetti surrealisti, disegni, collage, installazioni e fotografie d’autore in arrivo a Pisa per mostrare la straordinaria avventura dell’avanguardia surrealista, attraverso i capolavori prodotti intorno all’anno 1929, un’annata cruciale per il gruppo di artisti che in quegli anni operava a Parigi, fucina delle Avanguardie e capitale dello sviluppo artistico mondiale. Anno catastrofico per la memoria collettiva, il 1929 segna anche una svolta decisiva nella storia del Surrealismo.

Ad accogliere il visitatore una grande varietà di opere di primaria importanza, per la maggior parte realizzate tra il 1927 e il 1935. Tra di esse, l’immagine della mostra stessa il capolavoro di Magritte intitolato “Le double secret”, tra le più iconiche del maestro. È con la realizzazione di questo dipinto che l’artista belga prende coscienza della natura pellicolare delle immagini, della loro infinita possibilità di scomporsi. Da uno sfondo diviso tra cielo e mare emergono ieratici due grandi volti sezionati, da quello di destra emergono le consuete sfere metalliche, tema ricorrente nella produzione dell’artista.

Fondamentale anche il nucleo di dipinti presenti in mostra di Salvador Dalí, tra i quali “Dormeuse, cheval, lion invisibles” del 1930 e “L’âne pourri” del 1928.

I dipinti dialogano con i collage di Max Ernst, con le sculture di Alberto Giacometti e Man Ray, con le maschere in filo di ferro di Alexandre Calder nonché con le opere di Picasso, Mirò, De Chirico.

Il 1929 vede anche l’affermarsi della fotografia surrealista, testimoniato dagli stretti legami tra i grandi fotografi quali Brassaï, Lotar, Boiffard, Man Ray, Jean Painlevé, Claude Cahun, i cui capolavori fanno anch’essi parte dell’esposizione a Pisa.

A coronamento del percorso e in “surreale antitesi” con la visione enigmatica di Magritte, ci pensa Marcel Duchamp con l’opera “L.H.O.O.Q” (1930) a dissacrare il dipinto più celebre e enigmatico del mondo, “La Monna Lisa” di Leonardo da Vinci. Alla Gioconda, Duchamp aggiunge provocatoriamente baffi e pizzetto. Si tratta di un prestito eccezionale che insieme al resto dei capolavori presenti in mostra consentirà al grande pubblico di ammirare le opere surrealiste, provenienti dalla più importante collezione al mondo sul tema e di divertirsi a scoprire il significato enigmatico, provocatorio e piuttosto “volgare” che Duchamp ha voluto conferire con il gioco di parole L.H.O.O.Q. alla sua celeberrima ed iconica “Gioconda con i baffi”.

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