I Nudi di Ren Hang

08.06.20 , Arte , Italo Profice

 

I Nudi di Ren Hang

Per la prima volta in Italia ci sarà un progetto dedicato a Ren Hang (1987-2017): dal 4 giugno al 23 agosto 2020 il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato presenta un corpus di opere dell’acclamato fotografo e poeta cinese.

La mostra Nudi è stata curata da Cristiana Perrella e raccoglie una selezione di 90 fotografie dell'autore provenienti da collezioni internazionali. Queste sono accompagnate da un’ampia selezione dei libri fotografici da lui realizzati. La mostra prevede anche la documentazione del backstage di un suo shooting del 2015 nel Wienerwald.

L'artista è noto soprattutto per la sua ricerca su corpo, identità, oltre che sul rapporto fra uomo e natura. Tuttavia, in una preponderante parte dei suoi lavori emerge il tema della suessualità che ha contribuito a costruire l'immagine di un artista insubordinato e refrattario. Malgrado le sue fotografie fossero considerate pornografiche e sovversive, non ha mai accettato l'etichetta di artista politico. Lui stesso infatti dichiara: “L'arte è qualcosa di personale, soggettivo. L’arte nasce dalla relazione che hai con te stesso, perché è solo col tuo modo di sentire le cose che puoi comunicare qualcosa agli altri”.

 

I suoi soggetti appaiono decontestualizzati: li osserviamo su un tetto tra i grattacieli di Pechino, in una foresta di alberi ad alto fusto, in uno stagno con fiori di loto, in una vasca da bagno tra pesci rossi che nuotano oppure in una stanza spoglia. I loro volti sono impassibili, le loro membra piegate in pose innaturali. Cigni, pavoni, serpenti, ciliegie, mele, fiori e piante sono utilizzati come oggetti di scena bislacchi ma dal grande potere evocativo. Sebbene spesso provocatoriamente esplicite nell'esposizione di organi sessuali e nelle pose che a volte rimandano al sadomasochismo e al feticismo, le immagini di Ren Hang risultano di difficile definizione: scottanti e allo stesso tempo permeate da un senso di mistero. Nondimeno anche un occhio meno acuto può notare una certa eleganza formale tanto che le immagini appaiono poetiche e, per certi versi, melanconiche.

I ritratti dei modelli sono accomunati da caratteristiche che delineano lo stile dell'artista: li ritroviamo spesso e volentieri esili, glabri, dalla pelle bianchissima; i capelli neri, il rossetto rosso e le unghie smaltate per le donne.
I corpi sono trasformati in forme scultoree dove il genere non è importante. Come ha ammesso l’autore: “Il genere[...]per me è importante solo quando faccio sesso”. Piuttosto che suscitare desiderio, queste immagini sembrano voler rompere i tabù che circondano il corpo nudo, sfidando la morale tradizionale che ancora governa la società cinese. In Cina, infatti, il concetto di nudo non è separabile da quello di pornografia e il nudo, come genere, non trova spazio nella storia dell’arte. Le fotografie di Ren Hang sono state per questo spesso censurate. “Siamo nati nudi... io fotografo solo le cose nella loro condizione più naturale”.

Egli nacque nel 1987 nella città di Chang Chun, soprannominata la "Detroit della Cina". Dopo aver interrotto gli studi in Comunicazione all’Università di Pechino, iniziò da auto didatta, la carriera di fotografo, primo soggetto il suo coinquilino. Le persone ritratte sono sempre amici suoi, condizione che lo aiutava a ritrovare una condizione di naturalezza sul set fotografico. Quando non era possibile, le cercava tramite annunci sul web.
A mezzo di fotocamere digitali a basso costo e un uso crudo del flash, mise a punto uno stile che lo ha reso riconoscibile e gli ha permesso di affermarsi fuori dal suo paese, diventando un autore di culto.
Tra le sue mostre principali ricordiamo la collettiva FUCK OFF 2 al Groninger Museum nel 2013, curata da Ai Weiwei, la personale al FOAM, Amsterdam, nel 2017, quella alla Maison de la Photographie a Parigi e a C/O a Berlino, entrambe nel 2019. Ha pubblicato il suo lavoro in numerosi libri auto prodotti a bassa tiratura che oggi sono introvabili.

L'artista era affetto da una grave depressione che lo portò a togliersi la vita nel 2017 a Pechino, quando non aveva ancora compiuto trent'anni.

Accanto alle sue fotografie ha sviluppato una produzione poetica che ne condivide temi e toni e di cui ve ne proponiamo alcune, tradotte dal cinese da Francesco Terzago.
Spesso teneri, sensuali e completamente privi di censura, i suoi versi sono stati un altro strumento per infrangere i tabù sociali, per esplorare i temi della vita, della morte, del desiderio.

 

Il dono

La vita è proprio

un dono prezioso

benché spesso mi chieda

se non sia stato dato all’uomo sbagliato.

 

L'amore

Il mio amore

se n’è andato.

Poi, più tardi,

ha fatto ritorno

ma io

non ero in casa.

 

Risveglio

Le mie labbra vicine alle tue devono attaccarsi,

vorrei unirle con la colla, alle tue,

cucirle alle tue con un filo;

dai, dormiamo così stanotte.

Eppure quando ci svegliamo,

sono nuovamente separate.

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