Torna a Monteleone di Spoleto la fiera di San Felice

Mercoledì, 02 Luglio 2014,
Quella di San Felice, uno dei patroni di Monteleone di Spoleto, era un tempo la fiera della “transumanza”: agnelle per farro, cioè lo scambio tra animali, per lo più ovini, e  prodotti della terra, il farro in primo luogo, ma anche legumi come ceci, lenticchie, cicerchie. Prodotti che venivano scambiati senza l’inutile assillo del denaro. Per pesare il farro, nell’antica piazza del borgo, vi erano, e sono ancora  lì a testimonianza, le antiche misure in pietra, il quarto, la mezzenga, lo scorzo e per stipulare un contratto si saliva, ritti in piedi, sopra la “ pietra del contratto orale” dove con una stretta di mano si sancivano patti, affari, contrattazioni. Oggi ritorna, per il terzo anno consecutivo la riproposizione di questa festa dell’antico Castello di Brufa, primitivo longobardo nome di Monteleone, a ricordare di un tempo felice quando gli animali e i prodotti della terra nutrivano una comunità. Ritorna dal 18 al 20 luglio con una miriade di eventi che sanciscono la fine del lungo periodo invernale di questo borgo a mille metri di alta bellezza e l’esplosione di gioia della piena estate. Si inizia con la presentazione di un volume, “Pane di farro” del professore Augusto Ancillotti, eminente glottologo, che parla, tra l’altro, di questo antico rituale della transumanza, di questi luoghi attraversati dal protagonista nelle sue vicissitudini attraverso usi e costumi e lingua di antiche genti che popolavano la nostra regione e in queste valli commerciavano: gli Umbri, autoctoni Naharkì, gli Etruschi, i Sabini, i Latini, fino ai  Romani. E parla anche del farro come importante merce di scambio dal valore rituale. Si continua con interessanti incontri  su “ Comunicazione e salute”; e ancora “Il farro  tra cura e nutrimento” rimembrando Ildegarda di Bingen e la  sua medicina  olistica; ma anche “ La Biga di Monteleone di Spoleto e il suo trafugamento nei carteggi segreti”, a cura dell’architetto Luigi Carbonetti; o” Il “Cammino di San Benedetto”, 300 km da Norcia a Subiaco fino a Montecassino, passando per Monteleone” a cura di Simone Frignani. Non saranno solo incontri culturali, ma anche importanti rituali di una comunità, come il “Carosello dei trattori”; intrattenimenti musicali a cura della Banda Carlo Innocenzi di Monteleone; equi-raduni regionali e visite a cavallo alle antiche miniere di ferro del Monte Birbone e alle miniere di lignite di Ruscio e ancora giri turistici in carrozza per le vie del borgo; inaugurazioni di mostre d’arte contemporanea; il “Gran gala sotto le stelle”, una importante manifestazione equestre di artisti e butteri e  il “Carosello delle Amazzoni” di Monteleone;  ginnastica ritmica e animazione per bambini nella grande Pineta del Parco della croce; l’esibizione di gruppi cinofili di protezione civile. Su tutto ovviamente la grande “ Mostra mercato del bestiame dei cereali e dei prodotti tipici locali”. Collegati espressamente al gusto,” I sapori dei formaggi della Valnerina”, un educational a cura del Consorzio Bim di Cascia che vuole rievocare l’antico percorso dei pastori e i loro prodotti e per il terzo anno consecutivo, il “Trekking del gusto farro Dop”, un percorso in navetta, completamente gratuito, che ogni anno presenta novità, come il “piatto di San Felice” dello scorso anno a base di farro e prodotti tipici e locali e il “gemellaggio del gusto” dell’anno in corso, dove il farro si sposa in intriganti e nuove ricette con prodotti umbri Dop, Doc e Igp. Inoltre quest’anno la navetta effettuerà anche la visita ai luoghi dove nasce il farro e dove si lavora, le aziende produttrici di  Cicchetti Giulio, Giuliana Paoletti Cicchetti e Dolci Giuseppina per proseguire poi con gli assaggi  presso coloro che lo interpretano, i quattro ristoratori di Monteleone, la trattoria Da Gigetto, l’agriturismo Colle del Capitano, il ristorante I quattro venti e l’hotel Brufa, che creeranno piatti innovativi a base di farro, “gemellati”, da pochi mesi, con  l’olio extra vergine di oliva di Trevi, la cipolla di Cannara, la farina di canapa di Sant’Anatolia di Narco, le patate dell’ altopiano  di Gavelli. Il menù del trekking? Arancini di farro e insalata di farro soffiato, focaccia di farro farcita e pane di farro con olio evo, bocconcini di frittate di farro ai vari sapori, i dolcetti di Santa Ildegarda. Un menù intrigante con goduriose novità.  Insomma tre giorni per comprendere come si vive nelle nostre montagne, i lavori della terra, gli animali, l’antica attività pastorale dei formaggi e un prodotto d’eccellenza, il farro, unico Dop europeo che è diventato oggetto di studio di marketing territoriale e turistico.

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