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Palio di Legnano, l’evento che unisce gli italiani

Mercoledì, 28 Giugno 2017,
 
Non fatevi ingannare dalla patina politica con cui è stato negli anni ricoperto, perché il Palio di Legnano, che il 28 maggio rievocherà la sconfitta del Barbarossa da parte della Lega Lombarda nel 1176, resta uno dei più suggestivi momenti del folklore italiano. E lo è per tutti, da Nord a Sud. Tracce delle prime commemorazioni di carattere religioso si ritrovano già nel 1393 nella chiesa di San Simpliciano a Milano (città in cui è stato celebrato fino all’anno 1900), ma il Palio così come oggi lo conosciamo ha origini più moderne. La prima edizione, che fu chiamata Festa del Carroccio, risale al 1932, ma la gara venne sospesa dopo un incidente che coinvolse un fantino. La manifestazione è ripresa tre anni più tardi con il nome di Sagra del Carroccio ed è solo dal 2006 che è tornata a chiamarsi Palio di Legnano. La città è divisa in contrade, dieci inizialmente, ma che presto si ridussero a otto. La contrada ha sede nel maniero, luogo nel quale sono custodite tutte le armi, gli ornamenti e i costumi che vengono utilizzati nella sfilata storica. Le guida di essa è affidata a una reggenza composta dalle tre cariche più importanti: il Capitano, la Castellana e il Gran Priore. Uno degli elementi più caratteristici e centrali del Palio è la sfilata storica che, insieme alla gara ippica, si svolge l’ultima domenica di maggio con oltre 1.200 figuranti in costume d’epoca. In coda sfila il Carroccio, scortato dai fanti e dalla celebre Compagnia della Morte che chiude il corteo. Quest’ultima è capitanata dal leggendario condottiero Alberto da Giussano (o, meglio, da un attore che lo impersona) il cui monumento, voluto da Giuseppe Garibaldi, è diventato simbolo della città. Durante il Risorgimento, infatti, il Palio divenne emblema della lotta degli italiani contro l'invasore straniero, tanto che per il settimo centenario della battaglia giunsero a Legnano oltre 40 mila persone da tutta Italia con 197 stendardi rappresentanti tutte le province e molti comuni della Penisola. Nelle edizioni che hanno preceduto la Seconda Guerra Mondiale, la vittoria al Palio si disputava anche con una corsa a piedi, una gara ciclistica e una competizione automobilistica. Poi è scoppiata la guerra, è nel 1939 la manifestazione è stata interrotta perché gli organizzatori fascisti non volevano irritare l'alleato tedesco con una celebrazione che richiamasse una vittoria militare italiana su armate teutoniche. Tra gli episodi memorabili del Palio, c’è la corsa ippica del 1961, l'unica cui partecipò un fantino di sesso femminile. Fino al 1987, inoltre, gli sbandieratori facevano parte della manifestazione, ma vennero eliminati dal programma perché non contestualizzati storicamente, per poi essere reintrodotti nel 2016. E, visto che una leggenda intorno a questi eventi non può mancare mai, si narra, che durante la battaglia di Legnano, tre colombi si posarono sull'antenna del Carroccio causando la sconfitta del Barbarossa, dopo essersi librati dalle sepolture milanesi dei santi Sisinnio, Martirio e Alessandro. Proprio per questo, dopo il rito sacro della messa solenne officiata sul Carroccio, vengono liberati i loro bianchi discendenti.

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