A Roma, Palazzo Cipolla, Via del Corso, fino al 4 settembre, gli amanti della Street Art potranno godere della splendida, quanto originale mostra o meglio “musealizzazione” mondiale delle opere dello street artistist britannico Bansky. La sua arte che vuol dare voce ad una modalità di espressione che la rende immediatamente accessibile a tutti “incastonandola nel nostro vivere quotidiano” (Emanuele). La fonte a cui attinge per i suoi lavori prende sgorga da un lato da nozioni di benessere, di piacere, di serenità e dall’altro da espressioni di tristezza, di dolore, di angoscia. La Fondazione Terzo Pilastro Italia e Mediterraneo che ha organizzato la mostra, evidenzia la sensibilità alle emergenti forme culturali del mondo che cambia e ci circonda. I suoi pezzi forti sono le questioni politiche talvolta estremizzate, oppure il capitalismo nei suoi estremismi. Comunque nella mostra è visibile e anche l’altra faccia di Bansky, come quando nell’opera Flower Trower mette in mano a un giovane mascherato un bel mazzo di fiori da scagliare contro la polizia. Se anche questa è arte noi l’adottiamo.