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Le coop nella Grande Mela, supermercati come fossero dei club esclusivi

 
A Park Slope, Brooklyn, c'è una coop molto particolare. Con 16000 iscritti, sembra un supermercato, ma funziona come un club esclusivo, da cui sei scacciato al primo sgarro. Il prezzo per entrare a farne parte? Il tempo. Ogni mese devi lavorarci per due ore e tre quarti. Se salti un turno, entro il successivo devi farne altri due per recuperare, e se non ce la fai, scatta la sospensione. E proprio a New York, la città dove tutto è in vendita, se non sei socio non puoi varcare la porta d'ingresso né fare acquisti, nemmeno a patto di pagare un sovrapprezzo. Non solo: il contratto iniziale vuole che in ogni nucleo abitativo, se un adulto è socio anche gli altri lo diventino. I passi per diventare members: scegliere sul sito un turno di orientamento e l'orario di lavoro, farsi fare la foto per la tessera, pagare $25 di iscrizione iniziale, più $100 di investimento rimborsabile. Stare alle regole conviene: il prezzo finale della merce ha un rincaro massimo del 21% (contro un rialzo fino al 60%-100% di un supermercato). E, cosa non da poco qui a New York, entri a far parte di una "community". Al secondo piano c'è una sala dove lasciare i bambini mentre fai la spesa, se abiti nel raggio di 6 isolati un assistente ti aiuta a portare le sporte, se lasci la bici fuori un cartello giallo ti istruisce su che lucchetto usare, per minimizzare il rischio di furto. Alla PSFC si trovano prodotti di tutti i generi, bio e no, carne e pesce eco-sostenibili, pollame kosher, vitamine, formaggi francesi, biscotti italiani, pane appena sfornato, cereali e spezie, detersivi biodegradabili, nutella biodinamica. Le borse di plastica e l'acqua in bottiglie di plastica sono bandite, la Coca Cola si boicotta, e il dentifricio più venduto non è Colgate (che qui non vendono), ma quello al sale di Weleda. Fondata nel 1973, risponde agli interessi dei propri membri-proprietari prima che a quello di chi vende i prodotti. Tra i dieci fondatori c'era il ventitreenne Joseph Holtz che ora è il general manager: "Le coop sono esistite qui fin dagli anni '30. Quella degli anni '70 venne chiamata la "coop new wave". La vera cooperazione non è investire soldi ma il tempo. Noi eravamo contro la guerra in Vietnam, contro la politica del governo sui diritti alle donne, ai neri, ai gay. Come potevamo fidarci di ciò che il governo ci faceva mangiare? Qui ci si sente al sicuro, anche per quanto riguarda la carne: conosco personalmente i miei allevatori, so che le mucche mangiano erba e non grano: l'ho visto. E soprattutto qui non abbiamo clienti, solo soci".
Letto 6171 volte Ultima modifica il Martedì, 11 Dicembre 2018 02:36
Collaboratore Riflesso

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