Il dittatore muto: il fashion system

Un mostro colorato che schiaccia la terra senza farsi troppe domande.

03.01.18 , Ambiente , Collaboratore Riflesso

 

Il dittatore muto: il fashion system

Un magnate che manda avanti il suo esercito di stracci con un sorriso feroce. Una pioggia acida che macchia i prati per sempre. La moda moderna. Non fraintendetemi, amo la moda e vorrei che facesse parte del mio futuro, ma deve migliorare il suo atteggiamento. Paragonando la moda ad una persona fisica è forse più facile sgridarla un po' e far finta che il resto del mondo non sia responsabile delle sue azioni. Ma non è così. Una t-shirt non si cuce da sola, una foresta non sviene per un colpo di sole e un animale non decide di spogliarsi della sua pelle. Il settore moda è il secondo, subito dopo l’industria petrolifera, a sporcare i polmoni della nostra terra. Gli operatori di questo settore decidono le sorti del nostro futuro e noi che acquistiamo, acconsentiamo senza riflettere. Una soluzione a questo problema, che probabilmente non potrà avere fine, sarebbe semplicemente essere consapevoli. O almeno, più consapevoli. L’ignoranza non aiuta, incrementa e fomenta. Essere consapevoli è come aprire le tapparelle al mattino, lasciando che il sole entri piano piano senza turbarci. Il fenomeno del fast fashion ha negli ultimi danneggiato ulteriormente questa situazione, dando la possibilità di possedere tutto e subito, non domani, adesso. Con il fast fashion ognuno di noi può fingere di essere chi non è, può scegliere di essere ingenuamente non consapevole, stare al passo con i trend senza sentirsi troppo stupido, anzi  addirittura fortunato. Per strada non incrociamo più volti ma maschere che davanti allo specchio si danno una pacca sulla spalla e si strizzano un occhio. Acquistiamo senza pensare, senza renderci conto di come il nostro comportamento possa essere deleterio per ciò che respiriamo, per dove camminiamo, per dove nuotiamo. Un problema che è molto sentito riguarda il cotone, e non è scelto a caso perché potrebbe essere se non risolto, quanto meno ammortizzato. La produzione di cotone ha un impatto ambientale assai rilevante. Il consumo idrico per irrigare i campi è pari al 73 per cento e il 6,2 per cento dei fertilizzanti come anche il 14 per cento dei pesticidi venduti in tutto il mondo, è destinato proprio ai campi di cotone. Un piccolo passo avanti  sarebbe quello di acquistare brand che usano cotone organico o quanto meno informarci su quali brand lo fanno, così da poterci dare l’opportunità di scegliere. Questo tipo di produzione ha un basso impatto ambientale vista l’assenza di pesticidi e fertilizzanti e costituirebbe una vera boccata d’aria per il pianeta.  La Terra è la nostra casa, la nostra madre. La Terra è nostra. Il futuro della moda ha bisogno di essere eco-sostenibile e ambientalista perché è importante sapere che per sopravvivere è necessario coprirsi e non vestirsi, quindi, per carità, va tutto bene, accettiamo pure il bisogno di essere “fashionistiegomaniaci” ma, per favore, consapevolmente.

Sara Ruperto

AMBIENTE ALTRI ARTICOLI

PRECEDENTI

PRECEDENTI

IN EVIDENZA

IN EVIDENZA

NUOVI

NUOVI