GRID: verdi identità in rete

Quando, a partire dalla sua nona stagione, la serie televisiva Don Matteo è stata ambientata a Spoleto, la scelta ha prodotto uno straordinario effetto sulla promozione del patrimonio storico-architettonico e ambientale della città.

28.06.17 , Ambiente , Collaboratore Riflesso

 

GRID: verdi identità in rete

I settantasei secondi dedicati alla sigla attraversano le aree urbane in cui si svolgono le vicende principali, soffermandosi in modo particolare su quelle più prossime alla piazza del Duomo offrendo inquadrature inedite. 

A questo proposito è interessante notare come le diverse riprese e angolazioni rivolte alla cattedrale ne rilevino ogni volta la stretta relazione con la natura circostante. Un aspetto, questo, che riconduce al rapporto tra spazio sacro e spazio verde considerato centrale, durante il Ventennio, nella comunicazione dell’immagine di Spoleto, interpretata come centro religioso e naturale grazie alla presenza del Monteluco, allo stesso tempo luogo della predicazione francescana e risorsa boschiva. 

Declinato nelle sue varie funzioni e accezioni, il verde abbraccia la cattedrale rispecchiando gli aspetti morfologici, storici e sociali della città. Cominciando dal verde incontaminato rappresentato dai cinquecento metri in pendenza del colle Sant’Elia, esso si abbassa gradualmente di quota diventando prima privato e pianeggiante, in corrispondenza del giardino pensile di casa Menotti, per poi configurarsi come giardino pubblico, progettato e disegnato, nell’area di piazza della Signoria. Un graduale passaggio che dal versante orientale scende a valle, rispondendo in maniera organica alle necessità della collettività in termini di qualità urbana, di spazi per il benessere e per il tempo libero. 

L’articolazione non sfugge all’architetto Kenzo Tange che alla fine degli anni Ottanta, chiamato da Tokyo insieme alla sua équipe per l’ideazione della prima proposta progettuale di mobilità alternativa dedicata al centro storico di Spoleto, nel rappresentare il tratto interrato che avrebbe coinvolto l’area del Duomo (poi realizzato e completato, su diverso studio, nel 2010), disegna una sezione che muovendo da piazza della Signoria, risale le scale che costeggiano la chiesa della Manna d’Oro, taglia la piazza del Duomo e attraversa il colle fino a raggiungere la Rocca, inquadrando la cattedrale al centro del complesso del verde. L’analisi, la rappresentazione e l’interpretazione dell’esistente, frutto dell’integrazione tra spazio costruito e spazio naturale, guidano il progetto dello studio giapponese all’interno di un sistema in grado di accogliere la contemporaneità, ridefinendo e potenziando lo spazio pubblico nel rispetto della cultura e dell’identità della città, componente dinamica del rapporto tra uomo e ambiente.

Giovanna Ramaccini

AMBIENTE ALTRI ARTICOLI

PRECEDENTI

PRECEDENTI

IN EVIDENZA

IN EVIDENZA

NUOVI

NUOVI