La robotica educativa per creatori attivi

In una società dove i robot sono già realtà, i nuovi strumenti tecnologici permettono di migliorare le capacità dell’uomo, coniugando innovazione e manipolazione

21.11.18 , Design , Collaboratore Riflesso

 

La robotica educativa per creatori attivi

Il termine robotica è entrato a far parte in maniera prepotente nel lessico di tutti i giorni. L'origine della parola, robota in ceco vuol dire lavoro pesante, ricorda l'obiettivo originario dei progettisti, ovvero sollevare l'uomo dai lavori gravosi e ripetitivi. Questo è vero ed avviene in misura sempre maggiore in industria, agricoltura, medicina e nell'ambiente domestico. La robotica è però anche un potente strumento di crescita ed educazione, che ci permette di migliorare le nostre stesse capacità.

Oggi più che mai si parla di robotica educativa. I robot iniziano ad essere visti come elementi utili alla didattica, in grado di stimolare gli studenti e contribuire a ridurre il divario tra nativi digitali e mondo della scuola. Lavorando in gruppo in maniera cooperativa, bambine e bambini imparano a ragionare e sperimentare utilizzando un linguaggio semplice, in un gioco intelligente che coniuga sapientemente innovazione e manipolazione.

Si può iniziare molto presto, fin dai tre anni di età. Cubetto, della Primo Toys, è vincitore di molti illustri premi in tema di design e innovazione e coniuga principi legati al pedagogista Papert e all’educatrice Montessori. Giocando con un robottino in legno programmato da tessere tangibili, imparano i fondamenti della programmazione. L'obiettivo è di aiutarli a divenire creatori attivi e non consumatori passivi di tecnologie digitali.

I kit di robotica – come ad esempio CoderBot, ideato e sviluppato in Italia – sono adatti alle scuole medie e superiori, e coniugano la dimensione tangibile della costruzione di un artefatto con l'astrazione dei progetti e dei linguaggi di programmazione, stimolando il pensiero computazionale. Partendo dalle componenti meccaniche fino a telecamere e algoritmi di visione artificiale, questi kit permettono agli insegnanti di adattarsi agli obiettivi didattici e all'età degli studenti, motivandoli con sfide alla loro portata in un ambiente di gioco divertente e stimolante.

Non mancano sistemi avanzati come e.Do, creato – sempre in Italia – dal gigante della robotica Comau. Pensato per scuole superori ed università, è basato sulla struttura di un braccio meccanico industriale ma è completamente aperto secondo la filosofa open source. Questo rende possibile agli studenti l'accesso ai concetti della robotica industriale da entrambi i lati, quello della costruzione fisica e quello della programmazione.

L'industria non è certo rimasta indietro in questo progresso. I vecchi, grossi bracci meccanici, privi di vista o tatto e racchiusi da recinti protettivi come qualsiasi macchinario, stanno trasformandosi in robot collaborativi in grado di lavorare fianco a fianco con gli esseri umani, adattandosi ai lori ritmi e alle loro esigenze. I nuovi robot trasporteranno componenti, progetteranno attrezzi ed eseguiranno lavorazioni in affiancamento ai loro “colleghi” umani. Sono già in sperimentazione degli esoscheletri robotici, vere armature moderne che non solo aumentano la forza di un lavoratore, ma prevengono le malattie professionali dovute agli sforzi.

Siamo pronti per una piccola rivoluzione robotica. Non è possibile soffermarsi su tutte le innovazioni già presenti nella nostra vita, dagli aspirapolvere automatici ai droni di uso agricolo, ai robot esploratori utilizzati sulla scena di un disastro naturale o ai bracci chirurgici miniaturizzati. I robot sono già parte della nostra realtà; fortunatamente, i nuovi strumenti educativi permetteranno a tutti di entrare “dal basso” in questo mondo, comprendendolo e utilizzandolo al meglio.

Roberto Raspa e Luca Berichillo

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