La nuova estetica del gesso

Ha origine in quel delicato punto di incontro tra sapere artigiano e design contemporaneo, tra tradizione e innovazione, il progetto “.pico museo domestico”

21.11.18 , Design , Collaboratore Riflesso

 

La nuova estetica del gesso

Con “.pico museo domestico” Giorgio Zaetta dona al gesso una nuova immagine in grado di superare gli schemi che lo identificano unicamente con gli stucchi e i controsoffitti della tradizione, per inserirlo a pieno titolo nel progetto contemporaneo. «Stressando la materia gesso, ai propri limiti tecnici, grazie alle competenze tecnologiche di questa storica azienda – la Plasterego con i suoi oltre sessant’anni di esperienza, spiega il progettista – è nato un rivestimento tridimensionale a esagoni sfalsati capace di creare una texture continua assemblata a secco (come nella prefabbricazione)». Lo spazio creato da Zaetta con la galleria d’arte contemporanea Zero… è una sorta di cabinet, di ambiente meditativo. Si tratta di un vero e proprio rifugio intimo dedicato ai collezionisti in cerca di nuove modalità espositive per le loro opere d’arte e i loro pezzi unici, nel quale si respira un’atmosfera ricca di suggestione, perfettamente integrata nel tema “House in Motion” proposto da Interni per l’edizione 2018 della design week milanese, nello scenario dell’Università degli Studi di Milano.

La passione di Zaetta per l’arte contemporanea e i rapporti di stretta collaborazione con la galleria Zero… danno così vita a un inedito concept espositivo grazie al quale si possono ammirare, a rotazione, opere di artisti contemporanei. Nel corso della settimana del design, ognuna delle tre opere presentate – rispettivamente di Cally Spooner, Enzo Cucchi e Yuri Ancarani – viene esposta per 48 ore.

Se il nome dell’installazione fa riferimento a un personaggio storico come Pico della Mirandola, ricordato per la prodigiosa memoria ma soprattutto per la sua proverbiale capacità di uscire dagli schemi, la morfologia del rivestimento in gesso disegnato da Zaetta prende le mosse da una visita all’Albergo Diurno Venezia disegnato negli anni Venti dall’architetto Piero Portaluppi. Qui il fascino e l’eleganza del tempo sono conservati intatti nei rivestimenti e nelle decorazioni. La ricerca di Zaetta si è infatti concentrata sulle superfici esistenti e in particolare sulle piastrelle esagonali che caratterizzano questo luogo. «Nel tentativo di aprire gli occhi e la mente sulla materia e sulla consapevolezza dei gesti attraverso una sperimentazione spazio–temporale che tenga conto della dimensione emotiva del singolo – continua il progettista – si entra in un territorio ibrido dove fattori come cura, approfondimento e attenzione vanno alla ricerca di possibili forme e funzioni».

Con questa opera Zaetta entra in sintonia con un’azienda come Plasterego che mira a mantenere le caratteristiche originarie del prodotto come era una volta, sfruttando quanto più possibile la ricerca di nuove soluzioni tecnologiche, per migliorarne i processi produttivi e la qualità. Il gesso è una materia naturale, disponibile in natura e derivata da processi di lavorazione che non impattano negativamente nell'ecosistema di riferimento. E il risultato è che i rivestimenti di questo intimo museo domestico stupiscono per la matericità della texture, per l’aspetto etereo e per i giochi di luce e riflessi che conferiscono dinamismo a tutta l’installazione.

Un traguardo importante che trasmette al visitatore la passione per i dettagli di un prodotto artigianale in cui si fondono saper fare, tecnica, esperienza, innovazione e valore artistico. Come dire che quella del gesso è un’arte che attraversa il tempo.

Sabrina Sciama

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