Templi di-vini In evidenza

Sabato, 21 Marzo 2015,
In un efficace rito propiziatorio che prevede la fusione dell'architettura con la cultura enologica, sorgono i luoghi di culto del dio Bacco. Sono cantine d'autore, opere architettoniche-simbolo, commissionate da noti produttori di vino. Identità del luogo e contemporaneità, processi produttivi all'avanguardia e sostenibilità ambientale, diventano le leve strategiche per la competitività delle imprese vitivinicole sul mercato internazionale. Le cantine, intese come luogo e oggetto fisico, ne rappresentano la sintesi e l'emblema. Molte delle recenti realizzazioni presentano una potente espressività linguistica e riescono al contempo a dialogare armoniosamente con le componenti paesaggistiche. In alcuni casi rappresentano dei veri e propri landmark integrati nel territorio, in altri si mimetizzano con l'ambiente circostante svelando all'interno la propria forza espressiva. Talvolta il filo conduttore del progetto è rappresentato dall'efficienza energetica e da un corredo impiantistico innovativo, svelati attraverso un "design Hi-Tech". Quello che è certo, è che il binomio architettura e vino rappresenta una formula vincente che negli ultimi anni ha visto un'evidente metamorfosi del ruolo della cantina. Non più semplice edificio per la produzione, ma anche luogo di attrazione. Sistema simbiotico perfetto che mette in relazione gli spazi per la lavorazione, per la vendita, per le visite, e non di rado per le rappresentazioni artistiche. In Italia sono molti gli architetti che si sono confrontati su questo tema; se ne citano alcuni. Renzo Piano per la Tenuta Rocca di Frassinello in Maremma, una "fabbrica nobilissima" trasparente e leggera in vetro ed acciaio inox a pochi chilometri da Punta Ala. Mario Botta a Suvereto (Livorno), con la sua cantina in laterizio, denominata "Petra". Ancora in provincia di Livorno, a Bibbiena, la Tenuta di Campo di Sasso di Gae Aulenti. A San Casciano Val di Pesa (Firenze) il progetto ipogeo dello studio Archea. Nelle terre del Morellino, in provincia di Grosseto, lo studio Sartogo concepisce l'aerodinamica cantina della Tenuta dell'Ammiraglia. A Bevagna (Perugia) il Carapace di Arnaldo Pomodoro si armonizza sulla Strada del Sagrantino. Nei pressi del Lago di Iseo (Brescia), Gasparotti progetta la cantina ecocompatibile come "luogo di produzione sostenibile". A Termeno (Bolzano), troviamo l'architettura scultorea di Werner Tscholl. Il tema è molto sentito anche all'estero, dove tra i protagonisti di spicco troviamo: Santiago Calatrava in Spagna, a Laguardia (Álava) col suo gesto sinusoidale; sempre in Spagna, nella zona del Ribera del Duero, è presente l'opera di Norman Foster, che attraverso un design "a trifoglio" dell'edificio vuole rappresentare le tre fasi principali della produzione: la fermentazione in tini di acciaio, l'invecchiamento in botti di rovere e, infine, l'invecchiamento in bottiglia. A Napa Valley (California), troviamo la winery di Herzog e De Meuron, con un involucro costituito da pietre basaltiche del luogo ingabbiate; internamente, la luce che penetra attraverso gli interstizi fra le pietre, genera un gioco suggestivo e imprevedibile di luci e ombre. Ce n'è dunque in ogni luogo, di differenti tipologie e colori; architetture e vini dalla struttura robusta, dall'aspetto fine, dal gusto intenso e talvolta amabile.

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