Opere contemporanee in “blocchi” fuori e dentro le mura di Foligno In evidenza

Lunedì, 10 Dicembre 2012,
La sfida contemporanea di Foligno. Nel panorama dei grandi nomi dell'architettura internazionale nella nostra Regione, sembra doveroso concludere il percorso in questa città. Le due opere oggetto del nostro tour virtuale sono apparentemente accomunate dallo stesso linguaggio sintetico del monolite, l'una riporta la prestigiosa firma dell'archistar Massimiliano Fuksas, l'altra dell'architetto Giancarlo Partenzi, ma con esiti profondamente diversi tra loro. La prima ad essere stata realizzata è la Chiesa di San Giacomo inaugurata nell'aprile del 2009. Fuksaas riporta nel progetto il concetto di "scatola nella scatola, sospesa"; si tratta infatti di un monolite chiuso all'intorno, apparentemente inaccessibile. In realtà sono due parallelepipedi che tendono quasi al cubo, uno esterno ed uno interno. Il primo in cemento armato a vista, il secondo in acciaio e intonaco di cemento cellulare appeso alla copertura. L'edificio si apre all'esterno con una larga e bassa feritoia ritagliata in un fronte del tutto cieco; un ingresso rialzato al quale si accede dopo aver percorso una rampa. E' molto forte il concetto di visuali passanti e luce che entra ad illuminare gli elementi principali della chiesa. L'esterno si contrappone ad un interno più leggero, disegnato dalla luce stessa. Al corpo della chiesa si affianca un parallelepipedo allungato finito con intonaco grigio e dedicato alle funzioni complementari. La sensazione trasmessa dal progetto è la propria potenza di oggetto architettonico, non subito riconoscibile per la sua funzione, ma piuttosto inaspettato ed "estraneo" a chi lo osserva da lontano. Qualche mese più tardi, nello stesso anno, nasce il CIAC, Centro Italiano Arte Contemporanea da un'idea di Alviani in collaborazione con l'architetto Zamatti e poi realizzata dall'architetto Partenzi. Costruito sulle rovine di un edificio che fu Centrale del latte e poi Ufficio Postale, il Centro vuole essere il contenitore di energie culturali e informazionali focalizzate sulla creatività Un blocco compatto di cemento rivestito in acciaio corten, senza finestre, color ruggine fuori, bianco dentro, due piani espositivi e una terrazza per quasi duemila metri quadri di spazi espositivi. Privo di finestratura, prende luce da un lucernario centrale posto su pilastri che scandiscono la volumetria degli interni. Lo schema si caratterizza per la sua semplicità e il suo rigore. Protagonisti la luce e lo spazio, l'edificio si colloca tra l'abside medievale della chiesa di S. Francesco e le costruzioni liberty di via del Campanile, determinando, in pieno centro storico, un impatto armonico che unisce l'antico al nuovo con un contrasto stimolante. Due oggetti monolitici, destinati a diverse funzioni entrambi dal sapore contemporaneo. Eppure il linguaggio architettonico finale "parla" due diverse lingue: il primo sulla piana di Foligno risulta tutto fuorché una chiesa ed estraneo al contesto, il secondo collocato nel centro storico trasmette una certa "familiarità" e contestualizzazione.

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