“Less is bore”: il ritorno dell'estetica postmodernista

Giovedì, 24 Marzo 2016,
Nell’anno passato abbiamo assistito ad un graduale ritorno dell’estetica postmodernista, in particolar modo inspirata alla produzione di Ettore Sottsass Jr. e del gruppo Memphis Milano. Il 2015 è stato testimone di una sterminata produzione artistica e commerciale che ha attinto a piene mani dallo stile. Ne abbiamo visto chiare tracce nel graphic design, in video musicali, nelle arti, dalla pittura alla fotografia, nell’interior design, specialmente per catene internazionali come American Apparel e Urban Outfitters, nella moda e nell’estetica generale che prevale su siti di micro-blogging come Tumblr e Pinterest. Attraverso questi media vediamo tornare forme esagerate ispirate all’architettura e alla scultura, fogliame di piante tropicali, una predilezione per blocchi distinti di colori primari e giochi di luci al neon - particolarmente apprezzata la sovrapposizione di luce blu e rosa -. Non è difficile imbattersi in capi d’abbigliamento o in installazioni d’arte che presentino motivi identici o chiaramente inspirati al famoso design Bacterio di Sottsass o alla celebre geometria a quadretti in bianco e nero disegnata da Superstudio per la serie Quaderna. Definire l’estetica postmoderna non è cosa facile, specialmente perché più che da un movimento uniforme nasce, a cavallo degli anni Sessanta e Settanta, come reazione agli ormai fallimentari dogmi utopistici del Modernismo. Nato in contrapposizione a regole ferree, il design postmoderno comprende una pluralità di voci e istanze che sono accumunate non tanto da una omogeneità stilistica quanto da un nuovo approccio formale. In particolare, come punto cardine, si trova l’abbandono della supremazia della funzionalità in favore di valori puramente estetici. L’oggetto comune si fa architettura e scultura, il colore e la decorazione ritornano ad assumere un ruolo principale tanto quanto le forme plastiche basilari. Tutti gli stili del passato sono ammessi e si presentano sovrapposti l’uno all’altro con particolare predilezione per il Neoclassicismo e un revival Art Deco. Il tutto presentato in una maniera nuova, iconoclasta, che avvicina l’oggetto di uso quotidiano ad un’opera d’arte e lo presenta al mondo industrializzato con una gran dose di ironia e leggerezza. Verrebbe da chiedersi se si possa effettivamente parlare di revival o se invece siamo ancora all’interno della corrente primaria. Basti pensare come la serie Quaderna di Supertudio, ispirata ai disegni prospettici rinascimentali, sia ancora in produzione da Zanotta, così come in produzione sono ancora i laminati plastici di Abet Laminati decorati con la fantasia Bacterio di Sottsass o il cavatappi Anna G. disegnato da Alessando Mendini per Alessi. In questa visione il Postmodernismo potrebbe essere il primo periodo storico-artistico il cui revival si presenta mentre il periodo originario è ancora in vita. E un tale fenomeno non potrebbe che avere senso se non in una corrente caratterizzata da molteplici stili e spunti teoretici il cui celebre motto, reso noto da Robert Venturi, fu “less is bore”. Più ce n’è, meglio è. Vittorio Ricchetti

DESIGN ALTRI ARTICOLI

PRECEDENTI

PRECEDENTI

IN EVIDENZA

IN EVIDENZA

NUOVI

NUOVI