• Il gatto: un’amicizia millenaria

    Mercoledì, 09 Aprile 2014,
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    Da quanto tempo l’uomo e il gatto sono amici? É molto difficile dare una risposta precisa, ma grazie alle ricerche degli archeologi la questione è forse meno misteriosa. Il progenitore del primo gatto moderno è la specie felina selvatica Felis lunensis, risalente a oltre un milione di anni fa e a cui si fa risalire l’origine del gatto selvatico, Felis silvestris. Il gatto selvatico, animale  solitario e notturno, vive nelle zone boschive, pochi esemplari sono presenti ancor oggi nell’Italia centro meridionale lungo la dorsale appenninica, nelle isole e in parte delle Alpi. La sua presenza in Umbria, sui Monti Sibillini, risale al non lontano 1995, documentata da zoologi della Università degli Studi di Perugia. Ma è il gatto selvatico diffusosi in Africa, Felis silvestris lybica, l’antenato del nostro gatto domestico. E l’amicizia tra gatto e uomo a quando risale? Secondo studi recenti, in un sito archeologico di un antico villaggio a Cipro, sono stati rinvenuti i resti, risalenti a oltre novemila anni fa, di una persona sepolta accanto al suo gatto, a testimoniare il tentativo di prolungare l’amicizia tra uomo e animale anche dopo la morte. Prima di questa scoperta si credeva fossero stati gli antichi Egizi a instaurare, cinquemila anni fa, la prima forma di “contratto” tra mici e uomini. In Egitto la ricchezza principale era rappresentata dalla coltivazione del grano e i silos che lo contenevano, leggendari per la loro capienza, attiravano eserciti di topi. Era impossibile per i guardiani reali vincere da soli una guerra contro un tale nemico, così subentrò in aiuto il gatto, un animale selvatico abilissimo nella caccia, che non verrà mai addomesticato del tutto, ma che instaurerà con l’uomo un rapporto di interesse reciproco. Non stupisce che in Egitto i gatti venissero considerati sacri e delle divinità tanto che la dea Bastet veniva raffigurata con corpo di donna e testa di gatto. Il gatto era anche  tenuto in grande considerazione, ritenuto chiaroveggente per quegli occhi che brillavano di notte e riuscivano a vedere al buio, e per questo gli fu dato il nome “mau” che significava vedere. Sempre in Egitto si fa risalire l’origine del misterioso potere attribuito ai gatti neri, ritenuti vicini al culto della dea Iside, la dea della notte,  il cui colore era il nero. Ma Iside era considerata la dea della fortuna e da qui la credenza che il gatto nero portasse fortuna, in opposto al pensare odierno. Con l’avvento del Cristianesimo i gatti, che non smisero mai di essere considerati animali dotati di poteri misteriosi, assunsero una connotazione maligna e per molti secoli furono considerati creature diaboliche e malvage. Sul gatto nero le credenze si divisero poi in due correnti di pensiero opposte e ancor oggi gli sono attribuiti sia poteri negativi come da noi (sfortuna), sia poteri positivi come nei paesi anglosassoni dove si diffuse l’idea che l’amicizia con una di queste piccole panterine avrebbe portato buona fortuna: un” amichetto del diavolo” meglio averlo amico che nemico, giusto? Ritornando al nostro amato micio domestico non possiamo però datare il suo passaggio dagli antichi granai egizi ai nostri divani. É vero  che con il tempo il suo spirito indipendente  tipico di tutti i predatori, si è dovuto misurare con i compromessi qualora le opportunità venissero a mancare. Qui entra in gioco il carattere del più complesso degli animali domestici: se deciderà di convivere con l’uomo si adatterà ed essendo un animale intelligente ripagherà con l’affetto tutto quello che riceve, ma attenzione non darà mai niente senza motivo. La convivenza deve essere vantaggiosa per entrambi, l’imposizione e i maltrattamenti lo fanno allontanare perché non si assoggetta passivamente come accade per altre specie animali. Il nascere e crescere in casa, in un ambiente tranquillo e sereno soddisfa tutti i suoi bisogni: cibo, coccole e amore, un caldo ricovero, simpatia, affetto. L’uomo non è stato sempre tenero nei suoi confronti, oggi fortunatamente abbiamo scoperto che la sua compagnia, il suo affetto è una bellissima cosa, che ci dà grande felicità. Il nostro gatto è una presenza dolce e accattivante nella casa, un ospite ideale e rassicurante soprattutto per l’uomo di questo millennio  afflitto dalla fretta e dallo stress.
    Letto 2748 volte Ultima modifica il Venerdì, 07 Dicembre 2018 01:50
    Giuliana Spinelli Batta

    01.07.18, Autori

    Collaboratore Riflesso - Giuliana Spinelli Batta

    Collaboratore
    Ambiente.