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Novità del nuovo sistema pensionistico

Giovedì, 05 Gennaio 2012,
 
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Uno degli aspetti più discussi della riforma voluta dal Governo e contenuta nel decreto "Salva Italia" riguarda l'intervento sul sistema pensionistico, che prevede una serie di modifiche tese ad armonizzare l'attuale regime previdenziale. Ed infatti, al dichiarato scopo di rendere omogeneo l'articolato sistema in vigore, si sono introdotte regole più restrittive che troveranno applicazione già dal 1° gennaio 2012, a discapito dei lavoratori che si credevano prossimi alla pensione. Tra le principali novità è previsto un innalzamento della soglia della vecchiaia. L'età pensionabile delle donne lavoratrici del settore privato sale a 62 anni nel 2012 per arrivare progressivamente a 66 anni nel 2018, mentre per gli uomini cresce a 66 anni già dal nuovo anno. Ai trattamenti anticipati si potrà accedere solo con 42 anni e un mese di contribuzione per gli uomini e con 41 anni e un mese per le donne, con l'applicazione di penalizzazioni per chi non ha ancora raggiunto i 62 anni di età. Non saranno soggetti alle nuove misure delle pensioni coloro che hanno già maturato i requisiti attualmente in vigore entro il 31 dicembre 2011. È inoltre previsto un meccanismo di adeguamento alla speranza di vita che comporterà, anche per i soggetti esclusi dalle nuove norme, un ulteriore allungamento di tre mesi di tutti i requisiti, che avverrà per la prima volta nel 2013 e si applicherà ogni tre anni fino al 2019, per poi diventare biennale. Inoltre, dal 1° gennaio 2012, tutti i trattamenti previdenziali dovranno essere calcolati con il metodo contributivo pro-rata. La novità si applicherà solo ai versamenti successivi al 2011, mentre la quota precedente di pensione continuerà ad essere calcolata con il metodo retributivo. L'applicazione del nuovo sistema di calcolo, meno vantaggiosa per il beneficiario del trattamento previdenziale, comporterà un'ulteriore penalizzazione per il pensionato, anche se gli effetti dell'intervento saranno graduali. Sarà invece incentivata la prosecuzione dell'attività lavorativa oltre i limiti dell'età pensionistica, fino a 70 anni e oltre. Queste, in estrema sintesi, le principali novità, che, con alcune deroghe ed eccezioni, porteranno, nel giro di qualche anno, all'auspicata armonizzazione, non senza il sacrificio di molti pensionati (e pensionandi) e con le inevitabili polemiche sull'opportunità di mettere mano al sistema previdenziale nel tentativo, più o meno dichiarato, di contribuire così al risanamento del debito pubblico italiano.
Letto 3049 volte Ultima modifica il Martedì, 23 Ottobre 2018 21:50
Elisabetta Bardelli

Elisabetta Bardelli

Collaboratore 
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