La tecnologia al servizio dell’arte

È ormai assodato. I direttori più lungimiranti e sensibili hanno compreso le alte potenzialità, in campo artistico, delle conquiste tecnologiche. 

28.06.17 , Arte , Giulio Siena

 

La tecnologia al servizio dell’arte

Arricchire la conoscenza, potenziare l’offerta e stimolare un coinvolgimento più intimo con l’arte attraverso raffinate soluzioni digitali. Questo é il know-how che musei, gallerie e curatori di mostre tematiche stanno allestendo per teatralizzare la visita ed emozionare. Stupenda sarà quindi la sinergia tra gli intellettuali di impronta umanistica e gli sviluppatori dell’hi-tech.   

In questo contesto si sono aperte le installazioni combinanti tecnologie trasmissive e riflessive per realizzare  progetti di videoinstallazioni. Esplorare in una grande mostra multimediale la vita e le opere senza tempo di Van Gogh inscenando un ambiente totalizzante e penetrante è quel che successo l’autunno passato nella capitale. Armonizzare in un sistema unico la motion graphic multicanale, potenti suoni di qualità cinematografica e decine di proiettori ad alta definizione per disegnare immagini cosi nitide e vive da togliere il fiato. La teatralizzazione del percorso di visita ha rapito anche la mostra su Caravaggio; un approccio contemporaneo impiegando ancora un sofisticato sistema di multiproiezione di grandi dimensioni in alta definizione combinato con musiche e fragranze olfattive per allestire uno spazio fluttuante di puro godimento sensoriale.

La sfida, oggi, è quella di offrire la possibilità di osservare e conoscere in profondità l’opera dei grandi, intraprendendo un viaggio di emozioni che possano incuriosire i più ostili e catturare, con approfondimenti, i più esigenti.

Realtà virtuali, aumentate e mixate, percorsi di natura immersiva appunto, video mapping, sono tutti sistemi che puntano a codificare un linguaggio rivoluzionario costruito nel dialogo tra uomo-strumento al fine di realizzare una sorta di estensione fisica dell’immaginario creativo. Essere trascinati e proiettati in una nuova dimensione, quasi onirica, in cui lo stupore affascini l’intelletto. Parallelamente alla carica emotiva che nasce dalla spettacolarità di simili progetti, viaggia una precisa volontà divulgativa, in cui l’impiego delle soluzioni grafiche guidano lo spettatore alla scoperta dei processi creativi. Animazioni 3D, ologrammi, applicazioni esplorabili anche con i più comuni smartphone e tablet, scuotono sentimenti ed empatie che democratizzano l’arte ed instaurano un’interazione tra uomo e digitale con il nobile fine di potenziare il valore dell’esperienza sensoriale.

Vedere oltre la realtà, questa la missione della sorprendente realtà aumentata che il Museo dell’Ara Pacis in accordo con samsung ha ideato per la visita alla scoperta della policromia perduta e la ricomposizione di bassorilievi che animavano l’opera. 

Anche l’eccellenza informatica Microsoft ha scelto la realtà mixata per l’inaugurazione della nuova sede a Milano. Una virtualizzazione realizzata dallo studio degli architetti e designer EssentialArk di Perugia in cui attraverso i sofisticati occhiali hololens é stato “trasportato” nel capoluogo lombardo il David di piazzale Michelangelo in tutta la sua potente tridimensionalità e fedelissima matericità.

 

Che ci piaccia o meno, siamo figli del nostro tempo e siamo chiamati a dare immagine e sensibilità alla cultura di oggi; senza l’ossigeno del rinnovamento si rischia l’asfissia. Occorre, quindi, continuare a respirare il tempo consapevoli che ciò che un tempo era sorprendentemente moderno e finanche imbarazzante oggi è tradizione. Nutrire l’anima di emozioni è l’ambizione vincente dei visionari. Il futuro è già qui.

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