Lo spazio d’arte di “Città Futura”, ricavato all’interno di Mandarini Arredamenti vede come protagonista il giovane sodalizio artistico che prende il nome di “Trigonos” e che da qualche tempo si è instaurato fra tre affascinanti artisti: Yuko Otake, Stefano Spagliccia e Simone Chiorri. Due pittori e uno scultore che hanno avuto la capacità e la lungimiranza di “fare rete” tra loro non solo per proporre un’offerta artistica più complessa, varia e interessante ma anche per produrre al loro stesso interno un volano di confronto intelligente e creativo, una sorta di virtuoso cerchio dell’arte che li rende, insieme, versatili, aperti, vivaci. I loro lavori, pur tanto diversi, si propongono dunque spazialmente riuniti, sebbene mai mescolati, e restituiscono una armonia sorprendente e coinvolgente. Chi guarda ha la netta impressione di un viaggio dentro quest’arte informale ma in realtà ricca di forme, di figure, di colori e materia che propone passioni e tensioni, libera espressione dove emerge, perfino violenta, la straordinaria bellezza dell’atto creativo.
Yuko Otake è un’artista vitale. La sua creatività distribuisce energia esistenziale, esuberanza, dinamismo estetico e mentale. La sua tensione creativa si rivolge ai mondi, anzi agli universi, il femminile e il maschile, e cela un profondo interesse per la procreazione, la fertilità, lo scambio e la sinergia. Temi che le sono cari e ci aprono a una “visione del cuore delle cose” arricchita dal “satori” tipicamente orientale che rappresenta l'eredità culturale dell’artista giapponese.
Stefano Spagliccia, scultore, propone opere essenziali e innovative nella loro forma primitiva: totem di argilla, ossature, stilemi di un primordiale umano o naturalistico; ma anche eroi, genti che sembrano cristalizzate dalla storia ma in attesa di una rinascita che diventa rivincita e, forse, rivoluzione. In lui emerge la capacità di raccontarsi, di porre i più profondi interrogativi sul cosmo e sulla natura, sulla conoscenza e sul progresso, con spiritualità e purezza di pensiero.
Simone Chiorri si “espone” con una sorta di breve narrazione antologica della sua arte. Una viva testimonianza della sua evoluzione creativa, instancabile e adrenalinica, dove il flusso creativo è palpabile. Un esploratore, un poeta viaggiatore che indaga nel proprio animo e in quello degli altri, scoprendone il lato nascosto, a volte oscuro, con l’intenzione di rappresentare una visione molteplice e irripetibile, dell’esistenza e dell’inconscio. Questa percezione è ben presente sia nel segno pittorico che nella materia utilizzata; nel colore come nelle forme; nelle figure stilizzate e nei paesaggi astratti da cui emerge una morale della complessità che pochi artisti sanno davvero offrire alla lettura critica.