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Il “Germanico” di Amelia, uno degli esempi più alti di statuaria romana

Sabato, 09 Febbraio 2013,
Arte,
La statua del "Germanico" tornò alla luce nel 1963 ad Amelia durante i lavori di scavo per la costruzione di un molino, poco fuori la cinta muraria, lungo la "Via Ortana", una zona pianeggiante che potrebbe essere identificata con il campus dell'antica Ameria, l'area destinata agli esercizi fisici e militari della gioventù locale: i complessi di questo tipo ospitavano di norma molte sculture, raffiguranti spesso i membri della dinastia imperiale. La statua bronzea raffigura il generale romano Nerone Claudio Druso, detto "Germanico", nato a Roma nel 15 a.C. sotto il regno dell'imperatore Augusto. Era figlio del condottiero Druso Maggiore, fratello del futuro imperatore Tiberio. Rimasto orfano, fu adottato dallo zio per volontà dello stesso Augusto, che voleva assicurarsi la successione e che gli diede in sposa la nipote Agrippina Maggiore. Germanico ebbe una brillante carriera politica e militare che lo impegnò nei Balcani, in Germania e in Oriente. In Siria, al ritorno dall'ultima campagna, il giovane principe morì, come ricordano gli storici romani Svetonio e Tacito, a causa di un'ignota malattia: le circostanze misteriose della sua morte gettarono un'ombra di sospetto contro lo stesso Tiberio, di cui era nota l'avversione nei confronti del figlio adottivo a causa della sua crescente popolarità. Dopo la morte furono tributati a Germanico grandi onori: le sue ceneri furono deposte a Roma accanto a quelle di Augusto e gli furono erette numerosissime statue sia in Italia che nelle province. Il meticoloso e lunghissimo lavoro di restauro del "Germanico", ad opera della Soprintendenza archeologica per l'Umbria, ha restituito un monumento di eccezionale impatto visivo. La scultura, di oltre due metri di altezza, fu realizzata mediante fusione "a cera persa", con procedimento indiretto. Rappresenta il giovane condottiero in veste trionfale, con il braccio sinistro appoggiato ad una lancia e la testa rivolta in direzione del braccio destro, sollevato nel gesto della adlocutio. La figura poggia il peso del corpo sulla gamba destra, mentre la sinistra è leggermente flessa al ginocchio. Sopra una leggera tunica di lino manicata, la figura indossa una lorica di tipo anatomico con spallacci, ornata da rilievi sia sul petto che sul dorso. Al di sotto della linea che segna il limite anatomico della corazza scende una doppia serie di pteryges; quelle superiori, arrotondate, sono decorate alternativamente da teste di leone e teste di satiri a rilievo, mentre quelle inferiori allungate, sono decorate da palmette realizzate ad agemina. Di particolare interesse e bellezza è la ricca decorazione della corazza, che assume anche significati simbolici. Sotto lo scollo è rappresentata a rilievo Scilla, che solleva il braccio destro nell'atto di gettare una grossa pietra. La scena centrale rappresenta l'agguato di Achille a Troilo. Achille, nudo, è raffigurato frontalmente, con la testa coperta da un elmo attico dall'alto cimiero. Con la mano sinistra sorregge uno scudo mentre con la destra afferra per i capelli, nell'intento di disarcionarlo, il giovane Troilo che cavalca un destriero che si solleva sulle zampe posteriori. Inutilmente Troilo, alzando le braccia, tenta di allontanare il forte braccio di Achille. Tale scena è forse da mettere in relazione con la volontà di ricordare le operazioni militari di Germanico in Oriente. La statua del "Germanico" ha trovato la sua cornice ideale nel Museo Archeologico di Amelia che conserva le testimonianze archeologiche dell'antichissimo centro umbro di "Ameria", dalle sue origini fino all'Altomedioevo.  

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