Un tuffo nel passato, un viaggio tra architettura e design del Rinascimento dove si respira ancora la magnificenza di un tempo. Tutto questo a pochi passi dal duomo di Milano, nel quartiere di Montenapoleone, grazie allo straordinario progetto che ha avuto come protagonisti, nella seconda metà dell’Ottocento, due fratelli meneghini: i baroni Fausto (1843 – 1914) e Giuseppe Bagatti Valsecchi (1845 – 1934).
Nelle loro tasche la laurea in giurisprudenza, ma in testa e nel cuore una passione che li spinge ad abbandonare sul nascere la professione di giuristi per imbarcarsi nell’impegnativa impresa della ristrutturazione della loro dimora familiare, tra via del Gesù e via Santo Spirito, seguendo i canoni dello stile da loro in assoluto preferito: il Rinascimento, in particolar modo quello lombardo. A quei tempi, tale scelta stilistica era consona al programma culturale varato dalla monarchia sabauda dopo la proclamazione del 1861 dell’Unità d’Italia: per i Savoia la cultura rinascimentale veniva individuata come riferimento per costruire le fondamenta di una nuova arte nazionale, nella quale fare identificare l’Italia intera.
Fu così che Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi si cimentarono nell’impresa fuori dal comune: ricreare una vera e propria abitazione signorile rinascimentale, dove vivere immersi nell’eleganza della cultura del Cinquecento, senza rinunciare ai comfort messi a disposizione dal “progresso” ottocentesco.
Spinti dal comune intento, i due fratelli, diedero ampio sfogo alla loro passione da collezionisti; girando l’Italia da cima a fondo, acquistarono numerose opere d’arte, oggetti e suppellettili tipici del Rinascimento. Ma non solo. Essi non si limitarono ad una puntigliosa ricerca, ma soprattutto accrebbero il loro innato talento per l’architettura e il design, impegnandosi, in prima persona, nella rielaborazione di alcuni tra i migliori esempi rinascimentali, maturando competenze, che misero al servizio di altre famiglie della nobiltà milanese.
Progetto complesso ma che riuscirono a portare a termine: il Rinascimento rivive all’interno di un palazzo della Milano di fine Ottocento. Tutto questo senza perdere di vista lo scopo originario, non creare un museo o una collezione ma un ambiente abitativo dove gli stessi manufatti antichi venivano restituiti al loro uso originario nella quotidiana vita domestica.
Dopo la morte di Fausto e di Giuseppe, casa Bagatti Valsecchi continuò a essere abitata dai loro eredi sino al 1974, anno in cui l’ultimo erede Pasino, uno dei figli di Giuseppe, decise di costituire la Fondazione Bagatti Valsecchi, alla quale donò il patrimonio del padre e dello zio.
Oggi, il Palazzo passato alla Regione Lombardia, inserito nel circuito “Case Museo di Milano”, rappresenta una delle case museo d’Europa aperte al pubblico meglio conservate e rimaste intatte. La visita all’interno della dimora di Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi è un’esperienza unica che vale la pena provare.
Elena Ciulla