Assisi, Palazzo Bernabei-Sperelli e Fiumi-Roncalli

Lunedì, 10 Dicembre 2012,
E' nell'età del governo pontificio che si afferma in Assisi un'oligarchia di nobili e ricchi mercanti smaniosi di alzare palazzi gentilizi di famiglia. I due opposti schieramenti della Parte de Sopra capeggiati dai Nepis e la Parte de Sotto dai ghibellini Fiumi, rispettivamente sostenitori dei Baglioni e degli Oddi di Perugia, insanguinarono per anni la città. I Fiumi riusciranno a governare con l'appoggio dei Montefeltro seppur per un solo anno. Nel 1438 Francesco Sforza scalzerà dal dominio di Assisi Braccio Fortebraccio, ma le truppe di Piccinino, inviate da Perugia insceneranno il più tragico dei saccheggi in città salendo al potere prima di cadere contro il Valentino Cesare Borgia nel 1503 che assoggetterà definitivamente la città al dominio pontificio. Prima di questo momento soltanto nell'età del cardinale Albornoz, XIV secolo, dopo la cattività avignonese, Assisi ebbe un breve periodo di pace. Rassegnata ormai all'influenza papale Assisi conoscerà un fermento di edilizia privata animata dal desiderio di esibirsi con magnificenza. Le strade più importanti del tessuto urbano, come l'antica via Superba e via Ceppo della Catena, assumeranno un aspetto signorile, non più residenze di semplici artigiani. Ristrutturazioni, accorpamenti e sopraelevazioni di proprietà esistenti genereranno nuovi impianti il cui disegno delle facciate (finestre, fasce marcapiano, balconi) regolarizzeranno e renderanno leggibile l'unità immobiliare. Testimonianza di tale signorilità sono palazzo Fiumi-Roncalli, costruito sopra la porta urbica monumentale romana, unica delle antiche porte rimasta, dalla quale usciva la strada diretta a Perugia. Palazzo Bernabei già Sperelli, vescovo di Sanseverino Marche, disegnato dal Giorgetti nel 1646. Passato in seguito al principe romano Alessandro Torlonia, nel 1881 fu concesso ai padri cappuccini, divenendo, nel 1928, sede del museo francescano. Lo storico Antonio Crisofani, scrive del Giorgetti nella sua opera "Della storia d' Assisi": "Li servì da quel valente uomo ch'egli era dando loro il disegno di quel palazzo che per solidità e magnificenza di mole e per ingegnosissimo compartimento di sale e camere e per la copia e distribuzione d'ogni maniera di commodità si lascia indietro gli altri tutti che sono in Assisi". Giovanni Astengo, curatore nel 1965 del piano regolatore generale di Assisi, afferma: "questi edifici, sia quelli eccellenti che quelli mediocri, hanno un comune difetto, ed è quello della grande mole, sia in estensione che in elevazione, sempre smisurata ed incombente sulle architetture trecentesche, al punto da snaturare i rapporti degli spazi e la "scala" della città". Pensiero condivisibile ma restano, tuttavia, esempi gentili di una città in movimento alla ricerca del bello.

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