Da Monte Saraceno si domina tutto il territorio circostante, la vista può spaziare a trecentosessanta gradi così come la memoria che tra miti e leggende, bronzo e pietra ci riporta nel cuore della terra sannita, lì dove, secondo lo storico Livio si svolse il solenne giuramento “dei soldati dalle armi sfavillanti e dagli elmi crestati” (“Ea legio linteata ab integumento consaepti, quo sacrata nobilitas erat, appellata est; his arma insignia data et cristatae galeae, ut inter ceteros eminerent”) della Legio Linteata prima della battaglia di Aquilonia. Pietrabbondante, con tutto il suo complesso archeologico formato dai due templi e dal maestoso teatro, è oggi come allora il centro nevralgico del mondo del Sannio pentro. Il primo edificio, chiamato tempio A, è stato costruito su una terrazza che si affaccia sul piano di calpestio antistante. Sorge su un podio ed è a cella unica con pronao tetrastilo alla quale si arriva percorrendo una rampa situata al centro della fronte. L’intera struttura è circondata da un ambulacro, delimitato da un muro di contenimento in opera poligonale ed è preceduta da un lastricato al centro del quale si erge l’altare perfettamente in asse con il tempio. Su alto podio, con triplice cella e preceduto da un lungo colonnato è invece il tempio B. Di notevole rilevanza storica è l’iscrizione in lingua osca, posta sul lato occidentale del podio, dove viene riportato il nome di L. Staatis Klar, un magistrato sannita, finanziatore dell’opera stessa passato alle cronache per essersi schierato dalla parte di Silla durante la guerra civile. Risaltano dalle decorazioni del tempio vari elementi del fregio dorico a metope lisce della parete, delle celle e del cornicione che lo sormontava; due serie di lastre fittili di rivestimento con teste di satiri e menadi tra elementi vegetali e con il motivo della donna-fiore ed infine le antefisse raffiguranti una divinità femminile tra due cani affrontati. Sempre sulla terrazza si trova la domus publica, sede del magistrato sannita, che si sviluppa intorno ad un nucleo composto da atrio, alae, tablino ed un gran salone che fungeva probabilmente da curia sacerdotale. Al centro, perla di tutto il sito archeologico e simbolo dell’intero popolo molisano, è il teatro, costruito su un terrapieno artificiale contenuto da diverse strutture architettoniche. Mentre nella parte superiore, alla quale si accede tramite una scaletta sul retro, erano sistemati sedili mobili, la parte bassa della costruzione è invece suddivisa in sei settori da brevi scale e caratterizzata da tre ordini di sedili, con spalliere sagomate e braccioli scolpiti in forma di zampe di leoni alate. Infine, dinanzi alla platea si spalanca l’orchestra a ferro di cavallo e la scena di forma rettangolare con una facciata lineare in cui si aprono tre porte e una serie di ambienti di servizio alle spalle. Mettere piede da queste parti vuol dire respirare, gustare e toccare con mano il significato più profondo della cultura e dell’arte del Molise sannita.
Andrea Mastrangelo