Vigile del fuoco – Mestiere di fede e di passione a servizio della salvaguardia dell’arte e della storia

09.08.19 , Ambiente , Collaboratore Riflesso

 

Vigile del fuoco – Mestiere di fede e di passione a servizio della salvaguardia dell’arte e della storia

Non c’e’ calamità naturale nella quale i vigili del fuoco (spesso definiti gli angeli del soccorso), devono mettere in campo tutte le capacità specialistiche in situazioni molto rischiose, operando in condizioni estreme, al freddo, sotto le macerie e in mezzo ai continui sciami sismici, tra grossi roghi o in aree devastate dalla furia delle correnti di fiumi in pena.

Una delle emergenze che ha messo più a dura prova il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco di recente è stata certamente l’ondata sismica che ha colpito i territori del Lazio, Umbria, Marche ed Abruzzo, caratterizzata da una sequenza sismica che ha provocato danni superiori a tutti i terremoti recenti.

Dopo la scossa delle ore 3.36 del 24 agosto con magnitudo 6.0 nel Comune di Accumuli, che provocò circa 300 vittime se ne sono susseguite tante altre tra cui, le più rilevanti verificate il 26 ottobre, di magnitudo 5.9 ed epicentro Ussita (MC) ed il 30 ottobre con magnitudo 6.5 ed epicentro il territorio di Norcia.

Dal 24 agosto 2016 è iniziata l’azione incessante dei vigili del fuoco di soccorso e assistenza alla popolazione, messa in sicurezza dei fabbricati e di ripristino della viabilità principale e secondaria compromessa dai crolli e dagli edifici inagibili, con interventi di messa in sicurezza con la realizzazione di opere provvisionali, demolizioni e rimozione delle macerie.

Molto spesso l’attività di soccorso tecnico urgente e di recupero ha riguardato il patrimonio storico ed artistico rappresentato da importanti opere d’arte: si cita, a titolo di esempio, il recupero della sacro dipinto della Madonna Addolorata che, sebbene rappresenti un singolo intervento tra tanti recuperi operati dalle squadre dei vigili del fuoco, e ha suscitato un particolare fermento di fede e devozione, scuotendo profondamente gli animi di un’intera comunità religiosa internazionale e locale. Tale recupero avvenuto in data 29 ottobre 2016, appena un giorno prima della grande scossa sismica di magnitudo 6.5 che ha causato il crollo della chiesa che la custodiva.

Il quadro, ritenuto miracoloso in quanto sembra che versò lacrime nel 1735 dopo i violenti sismi degli inizi del ‘700, è sopravvissuto a tre sismi, di cui l’ultimo del 30 ottobre 2016, grazie alle squadre VV.F. intervenute. È stato poi prelevato dalla sua storica sede nella chiesa del centro storico di Norcia, e prontamente messo al sicuro presso il deposito di Spoleto, poi nuovamente esposto, ancora perfettamente integro, nel nuovo centro delle attività liturgiche e sociali della Madonna delle Grazie il 17 giugno 2017, dopo una cerimonia ufficiale alla presenza del presidente Conferenza Episcopale Italiana Cardinale Gualtiero Bassetti, dell’arcivescovo di Spoleto e Norcia mons. Renato Boccardo e delle autorità civili locali.

Così altri importanti interventi al limite delle condizioni di sicurezza che hanno permesso di recuperare dalle squadre di Vigili del fuoco ivi presenti elementi architettonici dalla Basilica di S. Benedetto e in altre chiese della zona, fino al giorno prima della forte scossa sismica del 30 ottobre, che ha causato il crollo della Basilica, avvenuto fortunosamente alle 7:00 del mattino anziché le 8:00, ora in cui sarebbero avvenuti gli ultimi interventi di ripristino del tetto della Basilica ad opera dei nuclei SAF dei vigili del fuoco. Piace immaginare a molti devoti del luogo sacro che per intervento miracoloso di S. Benedetto o della stessa S. Barbara, protettrice dei Vigili del fuoco, ritratta in un antico affresco su una parete interna della Basilica con in braccio una torre lesionata, ora sepolto tra le macerie, la struttura della Cattedrale è rimasta in piedi finché non vi fossero più soccorritori ad operare sul tetto.

In questo drammatico contesto il recupero di tele, statue ed elementi architettonici di grande valore storico ed artistico in pieno sciame sismico, rappresenta un momento di orgoglio per le istituzioni in cui gli operatori del soccorso hanno lottato con tutte le energie fino all’ultimo istante per salvare frammenti di arte e storia destinate ad una sicura rovina sotto il peso delle macerie e della furia devastante del sisma, opere che in molti casi rappresentano per la comunità locale, oltre al valore artistico, l’identità della comunità stessa.

Ed è proprio dai recuperi e restauri delle opere d’arte come quelli eseguiti a Norcia, in Val Nerina, ad Arquata del Tronto, come in altre zone colpite dal sisma, che la comunità dovrà trovare la forza di far risorgere le attività economiche, culturali e sociali, ed intraprendere il percorso della ricostruzione per un ritorno alla normalità: è stato eccezionale l’impegno e il coraggio degli uomini e mezzi del soccorso per salvare le persone e recuperare i beni sotto l’ondata sismica, necessiterà altrettanto coraggio e forte impegno sociale per far tornare a rifiorire le tradizionali attività culturali e sociali di tali territori.

Domenico De Vita

Il sistema organizzato messo in piedi dal C.N.VV.F. per fronteggiare le grandi emergenze garantendo l’operatività di un numero significativo di uomini e mezzi provenienti dai vari Comandi vv.f. d’Italia su un territorio così vasto colpito dal sisma, si compone delle seguenti strutture operative:

  • Centro Operativo Nazionale (CON), presso la Direzione Centrale per l’Emergenza e Soccorso Tecnico del Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, che assicura il coordinamento e il controllo generale delle operazioni di soccorso e di tutte le attività in corso;

  • I Comandi di Cratere, che coordinano i dispositivi di soccorso per le calamità in ambito regionale di pertinenza, gestendo le risorse di uomini e mezzi inviate dal CON;

  • I Comandi Operativi Avanzati che curano la direzione tecnica ed operativa in loco, raccordandosi con i Comando di Cratere;

  • Le Unità di Crisi Locale UCL assicurano i punti di contatto con le popolazioni locali colpite dal sisma, ricevendo le richieste di intervento e pianificando l’intervento delle squadre vv.f.

Per la progettazione, la direzione tecnica ed il supporto per la realizzazione delle opere provvisionali post-sisma per gli edifici civili e di culto danneggiati dal sisma ha operato il Nucleo di Interventi Speciali (NIS).

Le opere di puntellamento si è evoluta negli ultimi tempi con soluzioni tecniche elaborate sulla base delle tecniche STOP di progettazione delle opere provvisionali utilizzando strutture lignee ed in acciaio giuntate.

A fianco a tali attività hanno operato tecnici vv.f nell’ambito dei Gruppi Tecnici di Sostegno per la definizione delle priorità da seguire, e per la compilazione delle schede AeDES di danno agli immobili (oltre 92 mila controlli effettuati nei 300 comuni interessati dal sisma).

 

 

Un racconto del recupero della Sacra Tela della Madonna Addolorata

 

Il 29 ottobre la nostra Norcia continuava a tremare. Le scosse degli ultimi giorni, di intensità sempre maggiori, cominciavano a preoccuparci. Quanto avrebbero retto le nostre abitazioni già provate, e in particolar modo le chiese, le cui mura mostravano pesantemente i segni di quelle incessanti sollecitazioni? La nostra Squadra, richiamata dalla necessità di salvare il salvabile, si trovò a dare una priorità a tante meravigliose opere d’arte che arricchivano le nostre chiese: si privilegiò il quadro della Madonna Addolorata, un’icona di devozione per noi cittadini di Norcia. L’immagine aveva fatto parlare di se nel lontano XVIII quando le si attribuirono lacrime miracolose: da allora la Madonna Addolorata è divenuta la madre di generazioni di fedeli. La chiesa di San Filippo Neri, conosciuta come chiesa della Madonna Addolorata appunto, che la ospitava, versava in condizioni precarie, in particolar modo il suo campanile che non assicurava nessuna stabilità. Dopo il recupero era di fondamentale importanza un luogo dove riporla in sicurezza. L’unico luogo ad hoc ci sembrò essere la chiesa di S. Maria Argentea. La mattina seguente, alle 07.33 una scossa tellurica di una potenza inaspettata sconvolse la nostra esistenza; molte case e tutte le chiese andarono distrutte. Anche quella di S. Maria Argentea. Disperazione, sconforto, delusione si impadronirono di noi; poi subentrò l’incredulità ed infine la gioia nel constatare che l’unica parte della chiesa rimasta intatta era proprio la sacrestia. Straordinario. La nostra Madonna si era salvata. La sua immagine è attualmente collocata nella struttura di accoglienza, donata dalla Caritas, adibita a chiesa. Una grande celebrazione alla presenza di S. Eminenza Cardinale Bassetti e dell’Arcivescovo dell’Arcidiocesi Spoleto-Norcia S.E. Renato Boccardo e delle autorità civili locali ha accompagnato la ricollocazione del dipinto con tanti cittadini profondamente commossi.

Tale situazione è un valido esempio a testimonianza anche del fatto che la macchina dei soccorsi ha funzionato bene grazie all’intervento congiunto, oltre delle squadre dei vigili del fuoco, delle Forze dell’Ordine, dei tecnici della Soprintendenza dei Beni Culturali e volontari di Protezione Civile e restauratori che hanno permesso, in tale circostanza, il recupero, la messa in sicurezza ed il restauro di molte opere d’arte.

Emanuela D’Abbraccio (Restauratrice e Volontaria di Protezione Civile di Norcia)

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