Pentedattilo: il risveglio del paese fantasma

Scendendo nella provincia di Reggio Calabria, in fondo allo stivale, dove lo  Ionio ed  il Tirreno si toccano, non si immagina di trovare un luogo in cui storie di fantasmi, amori e lotte di potere tra famiglie nobili fanno da cornice ad un borghetto medievale.

14.12.16 , Ambiente , Mariagrazia Anastasio

 

Pentedattilo: il risveglio del paese fantasma

Arroccato lungo i fianchi del Monte Calvario il piccolo borgo prende il nome dalla morfologia penta dentata della montagna che si erge sulla sua cima. Le cinque ‘dita’ sono costituite da quella che è chiamata la “ Roccia di Pentedattilo”, un conglomerato massiccio che poggia su un basamento di rocce metamorfiche. Dai primi anni 2000 si è iniziato a recuperare, riqualificare e rilanciare il piccolo abitato abbandonato grazie ad un’iniziativa condivisa da associazioni e istituzioni denominata “Parco Multitematico di Pentedattilo”. Obiettivo raggiunto ed  è subito meta di turisti ed escursionisti che vanno a visitarlo per unire al piacere della passeggiata in mezzo alla natura, con un panorama mozzafiato, la scoperta di antiche botteghe e mestieri artigiani e di attività didattiche e culturali. Il recupero è partito dalle vie d’accesso al borgo e dei percorsi interni, che consentono l'accessibilità completa del borgo, dalle case più a valle fino ai resti del castello più a monte. Passeggiando fra i ruderi degli edifici, non ancora recuperati, e gli immobili ristrutturati, destinati a bed & breakfast o ostelli, ci si può anche imbattere in qualche matrimonio celebrato nella chiesetta di S. Pietro e Paolo. Il suo pinnacolo ottagonale ricoperto da maioliche spicca in cima al borgo e invita i turisti ad una visita obbligata della piccola chiesa bizantina, ubicata al termine della faticosa salita. 

La mano del diavolo che abbraccia il paesino o le urla della strage del 16 aprile del 1686 nel Castello degli Alberti, che ancora riecheggiano nel borgo, sono le leggende che accompagnano i turisti tra i  misteri sull’ abbandono  del paesino.  Per i meno sognatori è più semplice pensare che il potente terremoto del 1783 abbia inorridito la cittadinanza sopravvissuta alla devastazione e li abbia indotti a trasferirsi pian piano lontano dal centro storico, in quella che è l’attuale Melito Porto Salvo. L’esodo definitivo terminò negli anni ’60 a seguito di episodi di dissesto idrogeologico che decretarono l’ abbandono definitivo delle abitazioni.

Il paese è stato abitato fino a poco tempo fa solo da un uomo, un artista austriaco, ma continua ad essere sempre più vivo di attività culturali ed eventi che ne risvegliano la sua storia e la sua appartenenza all’ area grecanica. Ciò è reso possibile grazie ad un processo di sensibilizzazione e crescita culturale, supportato da giovani associazioni di volontari.

Dal 2006 il Pentedattilo Film Festival ha portato nel borgo l’espressione artistica del cortometraggio, rendendolo ad oggi un evento di attrazione internazionale, che in dicembre attira giovani  cineasti e affermati maestri del cinema.

E se l’ inverno ha come protagonista il cinema, le estati sono ritmate da alcuni concerti del  Paleariza, un festival musicale itinerante  in varie piazze dei paesi dell’area grecanica.

AMBIENTE ALTRI ARTICOLI

PRECEDENTI

PRECEDENTI

IN EVIDENZA

IN EVIDENZA

NUOVI

NUOVI