Nel cuore del Parco di Monte Cucco...le sue grotte

Tra cunicoli, nuovi ambienti e pozzi verticali, distribuiti su circa trentacinque chilometri di lunghezza, sono previsti percorsi turistico-escursionistici per una ‘Traversata’ nella montagna, percorrendo ampie sale e scoprendo inediti panorami

21.11.18 , Ambiente , Mariagrazia Anastasio

 

Nel cuore del Parco di Monte Cucco...le sue grotte

Con i suoi 1566m svetta a nord-est del piccolo paesino di Costacciaro il grande complesso calcareo del Monte Cucco. È il cuore di un’area naturale protetta, il Parco Regionale omonimo, che si estende intorno ad esso, all’interno dell’Appennino umbro-marchigiano della zona eugubina. Si tratta di una montagna interamente costituita da una formazione geologica definita “Calcare Massiccio”. Il nome stesso ci fa intendere sia la possenza dei banchi calcarei al suo interno, sia l’origine delle rocce che lo costituiscono e la cui modellazione da parte degli agenti esogeni ed endogeni ha dato origine all’orografia del monte che attualmente osserviamo, ma anche a quello che al suo interno custodisce gelosamente. Percorrendo uno dei tanti sentieri che da Pian delle Macinare conduce fino alla sua vetta, ci si imbatte prima nella traversata di un fitto bosco di faggi e, dopo un importante dislivello tra le faggete, si apre il paesaggio aspro e brullo dei monti calcarei, allietati in cima dai simpatici ‘omini’ in pietra che gli escursionisti costruiscono una volta giunti sulla cima del Monte Cucco.

L’infiltrazione delle acque meteoriche e la loro circolazione all’interno del sistema di fratture profonde del massiccio del Monte Cucco ha escavato i preziosi e intricati cunicoli carsici lunghi oltre 30 km, che fino a nemmeno dieci anni fa potevano essere apprezzati solo da esperti speleologi. Le Grotte del Monte Cucco è noto siano state esplorate sin dal 1499, data incisa sulla roccia da un anonimo visitatore. Ma la prima vera esplorazione ufficiale del sito avvenne tra il 1880 e il 1892 ad opera di un industriale fabrianese che iniziò a studiarne e cartografarne i primi 3 km, e che mise in opera anche una scalinata d’accesso al pozzo iniziale per rendere la grotta accessibile a tutti. Furono le esplorazioni speleologiche successive guidate dal Gruppo speleologico CAI di Perugia che, dal 1959 al 2003 scoprirono nuovi cunicoli, nuovi ambienti e pozzi verticali, arrivando fino lo sviluppo attuale delle Grotte che conta circa 35km di lunghezza dei cunicoli e una profondità verticale di 922m con ben quattro ingressi.

Solo dal 2009 parte delle grotte sono aperte al pubblico lungo gli 800 m che tagliano il monte dall’ingresso Est all’ingresso Nord delle grotte. I percorsi turistico-escursionistici sono obbligatoriamente guidati, tra essi quello chiamato ‘Traversata’ è quello più emozionante, fa provare ai visitatori l’ebbrezza di attraversare longitudinalmente la montagna, percorrendo ampie sale e suggestivi cunicoli, fino a sbucare al di là del monte da un pozzo verticale.

Le passeggiate da trekking di bassa-media difficoltà che anticipano l’ingresso e seguono l’uscita dalle grotte lasciano il visitatore sbigottito nell’osservare gli splendidi panorami offerti dall’Appennino e dalle sue valli.

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