Energy Manager: il tecnico del risparmio energetico

Martedì, 02 Aprile 2013,
 
L'Energy Manager è una figura professionale a elevato profilo, il cui compito è ottimizzare il bilancio energetico delle aziende, sia pubbliche che private, che superino un determinato consumo energetico annuo. Questa professionalità, anche se tuttora scarsamente sconosciuta, è stata introdotta da oltre trent'anni con la legge 328 del 1982 per diventare obbligatoria e sanzionabile nel 1991, con la legge 10, per tutti quei soggetti (privati o pubblici) i cui consumi superino una certa soglia in funzione del settore. Più precisamente sono obbligate a dotarsi di questo professionista le aziende del settore industriale che nell'anno precedente abbiano consumato più di 10.000 tonnellate equivalenti di petrolio e tutti i soggetti operanti nel settore civile e trasporti che ne abbiano consumato più di mille. Per quanto riguarda le pubbliche amministrazioni la soglia dei 1000 TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio) si raggiunge mediamente nei comuni con una popolazione media attorno ai 10.000 abitanti. In Italia il coordinamento degli Energy Manager è mantenuto dalla F.I.R.E. (Federazione Italiana per l'uso Razionale dell'Energia) che, oltre a rendere disponibili informazioni di particolare interesse per il ruolo professionale, si occupa di acquisire le comunicazioni annuali di nomina degli Energy Manager, realizzare, gestire e pubblicare il relativo elenco, attivare campagne per sensibilizzare i soggetti obbligati alle nomine e assistere all'elaborazione di circolari esplicative. Proprio dall'elenco annuale pubblicato dalla F.I.R.E. emerge l'assoluto disinteresse della pubblica amministrazione, o, se vogliamo, della politica locale nei confronti di un ruolo di fondamentale supporto alle strategie energetiche che tale figura potrebbe offrire. Dal "Libro degli Energy Manager" della F.I.R.E. relativo alle comunicazioni pervenute nel 2011 si evince che hanno provveduto alla nomina dell'Energy Manager solo 133 enti territoriali tra comuni (94), province (34) e regioni (5). Fra queste ultime una lieta sorpresa: l'Umbria. Da un'analisi più approfondita dei dati disponibili appare la fotografia di una situazione drammatica: su un bacino di enti soggetti all'obbligo pari a 1191, solo 133 sono state le nomine del 2011, cioè solo l'11% del totale. Per concludere non sarà inutile elencare le aziende che, per i loro processi produttivi particolarmente energivori, sono tenute a ricorrere all'Energy Manager: alimentari, alluminio, carta, cemento, chimica, ceramica, conciario, farmaceutica, lavorazione del marmo, meccanica, plastica, siderurgia e tessile. Nel settore del terziario le categorie più interessate ad avere un energy manager sono: sanità, ipermercati, alberghi e uffici.

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