Gole di Celano, il canyon d’Abruzzo

Martedì, 29 Novembre 2016,
 
Tra le meraviglie naturali che l’Abruzzo cela nel suo territorio montuoso, le Gole di Celano ricoprono certamente un ruolo d’eccezione: si tratta di uno spettacolare canyon - uno dei pochi, in Italia - ben noto agli appassionati di montagna, italiani e stranieri, per il percorso di straordinaria bellezza che è in grado di svelare a chiunque voglia addentrarvisi.  Scavate dall’azione erosiva del torrente La Foce, le Gole si estendono per oltre 4 kilometri e separano il Monte Etra dalla Serra di Celano; le imponenti pareti rocciose arrivano ai 200 metri di altezza e, nel punto più stretto, tendono l’una all’altra fino a una distanza di poco più di 2 metri.  Nonostante la conformazione impervia del territorio, l’itinerario escursionistico alla scoperta delle Gole di Celano è adatto a tutti; due sono le vie di accesso al canyon: quella che, partendo da Celano, risale il greto del torrente e l’altra, in discesa, che prende avvio dalla Val d’Arano. Benché siano entrambe praticabili, è preferibile - per praticità e sicurezza - percorrere il sentiero in salita: ci si addentra così in un paesaggio dal sapore tolkieniano che tra pareti verticali, tratti di fitta vegetazione e piccole cascate che corrono sulla nuda roccia, conduce alla caratteristica Fonte degli Innamorati (1029 m) dove l’acqua sgorga dal soffitto di una grotta. Qui è possibile fare una piccola sosta per poi, se si vuole, proseguire per l’ultimo tratto fino ad arrivare alla Val d’Arano. In una dimensione senza tempo, si attraversano lungo il tragitto vari microclimi, dall’iniziale bosco di conifere, alle grandi piante di noccioli e felci, fino agli spettacolari salici che crescono su pareti verticali; nella zona più impervia del canyon nidifica anche l’aquila reale: con un po’ di fortuna si potrà vedere questo splendido esemplare volare maestoso tra le rocce. L’escursione attraverso le Gole di Celano è da evitare, ovviamente, nei periodi piovosi o all’inizio della primavera, quando è ancora in corso il disgelo; è necessario, inoltre, indossare sempre un caschetto da trekking, a causa del pericolo di caduta massi, inevitabile data la natura dell’ambiente che ci si trova a percorrere. L’esperienza che questo luogo del nostro Appennino centrale può offrire è assolutamente qualcosa di fuori dall’ordinario: un’occasione per ritrovarsi immersi totalmente nella natura, avvertirla in tutta la sua forza primordiale e lasciarsi affascinare dalla sua impareggiabile bellezza, così semplice e così speciale al tempo stesso.

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