Fonti rinnovabili, l’Umbria vuole colmare il ritardo

Martedì, 06 Marzo 2012,
 
Fra le tante definizioni che se ne danno, la "green economy" può essere definita, in estrema sintesi, come "un tipo di economia il cui impatto sull'ambiente è minimo". Le fondamenta su cui si regge l'economia verde sono le energie rinnovabili (impropriamente denominate "alternative"): l'energia solare, l'eolica, la geotermica, l'idroelettrica, le biomasse e quanto recuperabile dalla differenziazione e recupero dei rifiuti. Certamente non è più accettabile il degrado ambientale provocato dai combustibili fossili tradizionali (idrocarburi e carbone in primis) con le relative emissioni inquinanti. La green economy, però, con tutte le sue articolate fonti di energie rinnovabili, è in grado di sopperire in toto alle necessità energetiche dell'umanità? La risposta è, come vedremo, negativa. La green economy, al momento, oltre ad essere un diffuso movimento di opinione, tenta di creare un'efficace strategia economica e i suoi fautori non parlano volentieri di cifre globali. Per comprendere meglio, quindi, le dimensioni della questione, non sarà inutile ricordare che la Comunità Europea con la Direttiva 2009/28/CE ha fissato come obiettivo per l'Italia (per il lontano 2020) la produzione del 17% del fabbisogno energetico totale mediante l'utilizzo di fonti rinnovabili. Non sarà un compito facile. In definitiva possiamo solo aspirare realisticamente a un mix energetico più equilibrato, con un maggior peso percentuale delle fonti rinnovabili da considerare "integrative" (certamente non "alternative" o "sostitutive"). Venendo alle questioni di casa nostra dobbiamo rilevare che tutte le regioni italiane escono perdenti rispetto a esperienze maturate nei paesi del nord Europa. L'Umbria, nel confronto con il resto d'Italia in base all'Ige, l'indice di green economy elaborato da "Fondazione Impresa", si colloca nella parte bassa della classifica, al 13esimo posto su 20. Le poche note di consolazione provengono dall'agricoltura biologica che ci vede al quarto posto per numero di operatori e all'ottavo per superficie agricola destinata al biologico. Anche per la raccolta dei rifiuti siamo abbastanza lontani dalla zona retrocessione. Come migliorare la situazione? Dal Forum della Camera di Commercio di Perugia dei primi del marzo 2011 proviene la richiesta di una disciplina normativa univoca della materia e un indirizzo politico chiaro a livello centrale e locale, ora latitante. Il Regolamento Regionale 29 luglio 2011, sulla "Disciplina per l'installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili" vuole essere una risposta a tale richiesta. E' stato inoltre auspicato, tra l'altro, uno sviluppo delle relazioni fra enti e imprese dell'Umbria e della Germania, mercato di riferimento per lo sviluppo della green economy.

AMBIENTE ALTRI ARTICOLI

PRECEDENTI

PRECEDENTI

IN EVIDENZA

IN EVIDENZA

NUOVI

NUOVI